Castellammare, l’ultimo dei neuropsichiatri

Castellammare, l’ultimo dei neuropsichiatri

11 Marzo 2019 0 Di Gaetano Milone

Il diritto negato. Mancano gli specialisti e, nel distretto sanitario 53, i bambini portatori di handicap, anche gravi, devono attendere mesi per una visita.

Attesa di oltre sei mesi per la prima visita per bambini diversamente abili. Tempi ancora più lunghi per visite di verifica per le terapie nei Centri di riabilitazione entro i termini della scadenza dei contratti, (con conseguente interruzione delle terapie stesse), che non possono ottenere la documentazione necessaria anche per la richiesta del sostegno scolastico in tempi utili. Un vero e proprio allarme – sanitario e sociale, in una realtà territoriale difficile – quello dell’Ambulatorio di Neuropsichiatria Infantile del Distretto 53 dell’Asl Na3 Sud di Castellammare di Stabia dove le croniche mancanze di personale medico specialistico, accentuatosi drammaticamente negli ultimi tempi, rischiano di sfociare in una vera e propria sollevazione popolare. Un quadro drammatico che va evidenziato con dati certi ed una fotografia reale della situazione anche per evitare polemiche e speculazioni.

Mentre, infatti, negli altri distretti della stessa Asl, ci sono in carico almeno tre specialisti in Neuropsichiatria infantile a 38 ore settimanali, ovvero a turno completo (fatta eccezione per il Distretto di Gragnano-Pompei che ne ha due a tempo pieno), fino a Ottobre 2018, a Castellammare di Stabia erano in servizio tre neuropsichiatri infantili, rispettivamente  a 30, 28 e 10 ore settimanali. Ad Ottobre 2018, uno dei medici (28 ore settimanali), ha interrotto il suo servizio nel distretto 53 e, da allora, non è stato sostituito. Dal mese prossimo anche un altro specialista (dieci ore settimanali) cesserà il proprio servizio nello stesso distretto e l’ambulatorio in questione potrà contare esclusivamente sul turno di 30 ore dell’ultimo neuropschiatra rimasto.

La prima visita per chi prenota oggi, nella migliore delle ipotesi non potrà essere effettuata prima di settembre. Una vergogna per l’intero sistema sanitario regionale, una condizione di disagio inarrestabile che si ripercuote in modo drammatico sulle fasce deboli, in particolare su bambini autistici, con sindrome di Down, disturbi specifici dell’apprendimento e con ritardo mentale.