Caserta, cresce il numero dei contagiati asintomatici

Caserta, cresce il numero dei contagiati asintomatici

15 Luglio 2020 0 Di Antonio Magliulo

La situazione dell’incidenza virale da Coronavirus in Terra di Lavoro nell’intervista al direttore generale dell’Asl casertana, Ferdinando Russo.

 

Il ritorno pandemico, con i focolai di Mondragone prima e di San Nicola La Strada poi, ha scosso non poco i cittadini della provincia di Caserta. Pure, complessivamente, la risposta sanitaria di Terra di Lavoro al Covid può essere considerata buona.

“A Mondragone abbiamo registrato poco più di un centinaio di casi – afferma il manager dell’Asl di Caserta, Ferdinando Russo – e si è trattato in massima parte, com’è noto, di casi riferiti a cittadini bulgari. Stesso discorso per San Nicola La Strada, dove le positività attengono alla comunità senegalese. Si tratta insomma di contagi per così dire di importazione. In ogni caso la situazione è sotto controllo”.

Qual è oggi la fotografia della provincia di Caserta rispetto al Coronavirus?

“Il dato complessivo è oscillante ma quello che emerge è che, in massima parte, si tratta di casi asintomatici, individuati grazie all’azione preventiva derivante dal monitoraggio costante del territorio. Per questa tipologia di pazienti il periodo di quarantena va organizzato, quando non è possibile la domiciliazione, in strutture a bassa intensità. Da noi sono state attivate e hanno risposto bene alle sollecitazioni non solo le Usca ma anche i team Covid che hanno potuto contare sulla presenza di specialisti per la cura a domicilio dei pazienti colpiti dal virus. Per tale aspetto l’Agenas ha riconosciuto la best practice a questo modello organizzativo. Un modello che nasce da due studi condotti in sinergia con l’università Vanvitelli e volti ad individuare percorsi e protocolli di interventi mirati ed a valutare le conseguenze delle tempeste di citochine nei pazienti contagiati”.

L’ospedale Covid di Maddaloni?

“Si è trattato di una giusta intuizione. Il modello organizzativo, dedicato, è risultato vincente ed è stato adottato in tutta la regione. Oggi ospitiamo circa 26 ricoverati ma per la struttura sono passati intorno ai 150 contagiati dal Covid-19 che necessitavano di cure ospedaliere. Certo abbiamo registrato vittime anche da noi ma si è trattato, nella stragrande maggioranza dei casi, di ultrasettantenni con patologie croniche pregresse.

Una domanda, per così dire, extracovid. Villa Schiavone sequestrata alla camorra ed affidata all’Asl mentre era direttore chi l’ha preceduta è restata, purtroppo, una scatola vuota.

“Ci sono ritardi, inutile negarlo, ma abbiamo affidato ad uno specialista la realizzazione di progetti mirati con i quali contiamo di dare contenuti e sviluppo a questo bene sottratto alla delinquenza organizzata. Immaginiamo, infatti, di crearvi attività riabilitative importanti”.

Se dovesse indicare una priorità a cosa penserebbe?

“Ad un’accelerazione delle pratiche concorsuali che ci consentiranno di coprire i livelli apicali delle strutture, migliorando così l’aspetto organizzativo dell’Azienda sanitaria locale”.