Caserta “capitale mondiale” delle zanzare

Caserta “capitale mondiale” delle zanzare

24 Agosto 2019 0 Di Alessandro Magliulo

Il capoluogo di Terra di lavoro è stato individuato tra i comuni con la più alta presenza degli insetti “vampiro”, relativamente allo scorso mese di luglio. Ad agosto non è andata meglio.  

C’è stato un tempo in cui si assisteva ad un eterno scaricabarile fra Comuni ed Aziende sanitarie locali per le competenze relative agli interventi di disinfestazione. Per un lasso di tempo abbastanza lungo sono state le Asl, impropriamente, a farsi carico del problema. Poi, in tempi di vacche magre, la questione è ritornata in capo ai comuni. Le leggi regionali, infatti, riconoscono ai sindaci la possibilità di emanare ordinanze ai fini di igiene pubblica e sanità.

La tutela della salute dei cittadini da ogni possibile conseguenza derivante dall’infestazione di zanzare rientra tra queste responsabilità. Stabilito che ogni Comune è responsabile per il proprio territorio delle azioni di controllo delle zanzare è naturale che ognuno di questi emetta (o dovrebbe farlo) ordinanze che dettagliano diritti e doveri del Comune stesso e dei cittadini nella lotta e nel contenimento di questi fastidiosi insetti. Magari per imperizia, ma sul sito del Comune di Caserta di tale ordinanza non vi è traccia e questo nonostante il peso complessivo degli interventi di sanificazione ricada, in gran parte, sui condomini e titolari di spazi privati. Si tratta di interventi obbligatori per legge che dovrebbero coprire, secondo alcuni calcoli, il 70% dell’intervento complessivo. Resta comunque quel 30% che spetta al Comune (interventi larvicidi in caditoie e tombini, trattamenti adulticidi nelle aree pubbliche, ivi compresa la cura e l’igiene dei parchi urbani).

Una vecchia ma oramai superata leggenda metropolitana, attribuiva l’elevato numero di zanzare alla presenza delle vasche e delle fontane presenti nel monumento simbolo della città. Leggenda metropolitana appunto, perché nella peschiera e nelle piscine la grande presenza di pesci (segnatamente quelli rossi) rappresentano una barriera alla diffusione dell’insetto perché si nutrono proprio delle larve di zanzare, limitandone così il numero.

Resta in piedi, pertanto, la sola ipotesi dell’incuria e della mancanza di programmazione da parte dell’Amministrazione locale che non ha vigilato a che i condomini provvedessero alle disinfestazioni private, né ha effettuato interventi in proprio. Se così non fosse non ci sarebbe stato un boom di acquisti di prodotti repellenti ed antipiretici da parte dei privati cittadini e le lamentele continue, su molti social, di chi è sottoposto ai ripetuti salassi.