Caserta, bene confiscato alla camorra diventa centro contro la violenza sulle donne

Caserta, bene confiscato alla camorra diventa centro contro la violenza sulle donne

1 Dicembre 2022 Off Di La Redazione

Si chiama “ForteMente” è la denominazione del nuovo centro contro la violenza femminile sorto in un bene confiscato alla criminalità organizzata e inaugurato a Santa Maria Capua Vetere (Caserta) il 25 novembre scorso, giorno in cui si celebrava la Giornata Mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

L’immobile è stato ristrutturato con fondi regionali.

“Il messaggio che abbiamo voluto dare con la realizzazione del Centro antiviolenza e con l’inaugurazione in un giorno così simbolico come il 25 novembre – spiega il sindaco di Santa Maria Capua Vetere Antonio Mirra – è quello della presenza delle istituzioni al fianco delle donne, nel momento in cui queste ultime decidono di denunciare abusi e violenze subite da mariti o compagni. Le donne non devono essere lasciate sole nel momento in cui più hanno bisogno, e le istituzioni devono essere al loro fianco e comportarsi come un front office rispetto al momento tragico vissuto”. Il giorno della inaugurazione hanno espresso la loro soddisfazione per il nuovo Centro l’assessore regionale Lucia Fortini, intervenuta con un messaggio, e l’attore Massimiliano Gallo con la compagna Shalana Santana, con quest’ultima che, accompagnata al violino di Fabiana Sirigu, ha letto un brano scritto da Gallo durante la pandemia contro la violenza di genere. Una soddisfazione doppia per Mirra non solo perché è stato utilizzato a fini sociali un bene sottratto ai clan, ma anche perché la gestione è stata affidata al consorzio socio-sanitario C8, formato da otto comuni per oltre 70mila residenti, di cui Santa Maria Capua Vetere è capofila (ci sono anche San Prisco, Curti, Casapulla, San Tammaro Santa Maria la Fossa e Grazzanise). “Siamo il primo ambito sociale ad essere diventato da un paio d’anni un Consorzio, ovvero un soggetto giuridico autonomo rispetto ai comuni che ne fanno parte, e che è in grado di gestire il welfare in modo più efficiente avendo propri dipendenti e risorse, il che non appesantisce i Comuni né il Consorzio subisce rallentamenti” conclude Mirra.