Caserta, arsenico nei pozzi

Caserta, arsenico nei pozzi

13 Febbraio 2019 0 Di Antonio Magliulo

Diversi pozzi per la captazione delle acque, ad uso irriguo, sequestrati nell’ex aria industriale Saint-Gobain per la presenza di valori abnormi di contaminanti nelle acque.

Dodici come le tribù di Israele, come i dodici apostoli, come i pozzi sequestrati in provincia di Caserta perché contenenti quantità di arsenico centinaia di volte superiori a quella consentita. I pozzi sono stati posti sotto sequestro del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale e dal Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri del capoluogo che hanno così dato seguito alle indagini ed al conseguente provvedimento emesso dalla procura di S. Maria Capua Vetere. I pozzi, posti sotto sequestro preventivo, insistono nell’aria (ex Saint-Gobain) comprese tra i comuni di Caserta e San Nicola la Strada. In alcuni di essi la presenza di arsenico è risultata di oltre 9mila milligrammi per litro mentre la soglia, prevista dalla legge, è di appena 10 mg. L’acqua proveniente dai pozzi “incriminati” è stata utilizzata per anni per uso irriguo ma non per uso domestico. “Nell’area compresa tra Caserta e San Nicola la Strada in cui abbiamo sequestrato i pozzi contaminati, si registra un’alta incidenza di tumori, specie alla prostata – spiega Maria Antonietta Troncone procuratore della Repubblica nel Tribunale di Santa Maria Capua Vetere – anche se non si può stabilire il nesso di causalità tra l’inquinamento provocato dall’attività industriale e queste morti”. Sono anni che le associazioni ambientaliste di Terra di Lavoro si battono per ottenere la bonifica dell’aria un tempo occupata dalle industrie casertane, ora dismesse, non senza aver inevitabilmente lasciato “ricordini” in termini di inquinamento ambientale per le scorie della produzione che vi sono state sepolte. Per non parlare della ingombrante presenza della maxi discarica “Lo Uttaro” con infiltrazione massiccia di percolato. Allarmi che portarono l’ex vescovo Raffaele Nogaro a celebrare messa in loco per denunciare il martirio di un territorio. Caduti completamente nel vuoto sia gli appelli degli ambientalisti, sia la denuncia dell’ex vescovo di Caserta. Che, anzi il territorio è stato oggetto di una speculazione edilizia selvaggia e in buona parte inghiottito da palazzi per civili abitazioni. Non solo. Vi insiste anche, ironia della sorte, lo stesso palazzo della salute. Oggi, l’indagine della procura, finalmente, apre un nuovo capitolo.