Campania, liste di attesa: parte male il confronto con i Sindacati

Campania, liste di attesa: parte male il confronto con i Sindacati

14 Settembre 2023 Off Di La Redazione

Lorenzo Medici, Cisl Fp Campania chiede gli accessi agli atti.

 

“È incredibile sedersi al tavolo di consultazione con la Regione, come sempre assenti i politici cui spetta per legge di trasformare in vincolo le decisioni assunte, per affrontare un tema di straordinaria importanza per la salute dei cittadini senza che ci vengano forniti i numeri necessari ad individuare le scelte da compiere e le priorità da affrontare sulla base della domanda di interventi chirurgici, controlli ed esami inoltrata dalla popolazione. Per questo abbiamo posto subito la pregiudiziale dell’accesso agli atti. Sulla sanità, e soprattutto sulle drammatiche carenze esistenti in Campania dove per ottenere una visita o una ecografia spesso passano 6 mesi e più, non decide il Palazzo con i suoi dirigenti chiusi tra le 4 mura ma quelli che rappresentano la gente, i lavoratori, i protagonisti autentici del settore.”

Lorenzo Medici, leader della Cisl Funzione Pubblica, il sindacato di gran lunga più forte e rappresentativo del comparto per numero di iscritti ed Rsu eletti, polemizza con la direzione generale della Tutela della Salute, e spiega: “Sul territorio sono arrivate risorse dallo Stato per ridurre le secolari liste di attesa. Si tratta di fondi aggiuntivi del Governo che entrano nei budget aziendali per il perseguimento di un obiettivo che ci vede da anni all’ultimo posto nella capacità di soddisfare le esigenze delle persone. Ma per spenderli al meglio abbiamo bisogno di conoscere i dati. Ovvero, dobbiamo sapere ogni struttura quanti soldi ha avuto, quale è l’attività ordinaria che è stata svolta fino ad oggi, quale quella intramoenia, e quali arretrati vogliono smaltire, sia per tipologie assistenziali che per ambulatori o chirurgia elettiva. Senza avere contezza di tutto questo, non possiamo affatto svolgere un così importante e tanto atteso compito”.

La Cisl FP punta il dito anche sul rischio che si corre. “Non vorremmo – ricorda Medici – che la direzione metta le mani avanti, sostenendo l’esigenza, stante la drammatica carenza di personale per la quale la Regione non ha mosso un dito in questi anni, di affidare la cosa ai privati. Diffidiamo formalmente a non farlo, e diciamo basta al processo che si sta portando avanti di periferizzare, fino a farla scomparire, la sanità pubblica. Diremo no con tutte le nostre forze a questo progetto osceno, che comprometterebbe in via definitiva il più universale dei diritti della nostra Repubblica”.