Bonding, come creare un legame d’amore tra genitori e neonato

Bonding, come creare un legame d’amore tra genitori e neonato

10 Agosto 2020 0 Di Teresina Moschese*

Negli esseri umani, il processo di attaccamento è stato studiato da Kennel e Klaus. Essi definiscono il “bonding” come la relazione unica tra due individui, specifica e perseverante nel tempo.

 

Teresina Moschese

Subito dopo la nascita, è necessario che madre, padre e bambino possano stare un po’ di tempo insieme affinché si attivi il processo di attaccamento. Questo legame, descritto molto bene, dai medici americani M.Klaus e J.Kennel, nel libro “Il legame genitori-bambino”, si instaura proprio grazie al contatto della pelle e la vicinanza dei corpi subito dopo la nascita e si sviluppa nel bambino attraverso i sensi: il contatto, la vista, l’udito, il gusto, l’odorato, la temperatura, etc. Nella madre e nel padre, attraverso il vezzeggiare, baciare, coccolare, guardare. E’ proprio attraverso l’accudimento tra un adulto (madre o padre o figura sostitutiva) ed un bambino, quindi, che si attiva il processo primordiale fisico, emozionale, ormonale e spirituale, di legame, di relazione, chiamato “bonding”. Il bonding neonatale ha inizio nel periodo prenatale e si consolida alla nascita e continua per il primo anno di vita, crea le basi per la futura relazione di attaccamento tra genitori e bambino e per tutte le successive relazioni sociali e affettive future del bambino stesso.

Lorenz e Harlow studiarono il comportamento degli animali e il momento in cui s’instaura il bonding. Spesso, se il cucciolo è allontanato dalla madre alla nascita, e riunito in seguito, subisce un rifiuto da parte della madre per cui è destinato a morire.

Negli esseri umani, il processo di attaccamento è stato studiato da Kennel e Klaus. Essi definiscono il “bonding” come la relazione unica tra due individui, specifica e perseverante nel tempo. L’abbraccio, il bacio e lo sguardo, quali indici di attaccamento, in via di evoluzione.

Le prime ore subito dopo il parto sono un periodo dove la coppia madre-bambino trova un nuovo equilibrio dopo la separazione fisica. Infatti, in questo tempo avvengono importanti cambiamenti fisici, emotivi e psicologici.

Il bambino, alla nascita, quando resta unito alla madre, attiva le sue risorse endogene come l’imprinting (registrazione cerebrale della prima immagine vista dal bambino alla nascita e delle percezioni sensoriali) e il bonding (unione) madre-bambino. Quest’ultimo può essere visto come una “perfetta sincronia” che s‘instaura tra madre e piccolo, tale da permettere, per esempio, alla mamma di sentire le mammelle turgide un attimo prima che il bimbo le reclami, dandole senso di competenza ed adeguatezza, che con il passare del tempo si trasforma in un legame di attaccamento.

Quali sono gli elementi che favoriscono il bonding?

 Eccoli di seguito:

  • IL CONTATTO EPIDERMICO: la pelle è l’organo più esteso del corpo e il tatto è il primo senso che si sviluppa in utero. Attraverso il contatto sviluppiamo endorfina, serotonina, e la mamma produce più ossitocina (ormone che aiuta l’utero a contrarsi, chiamato anche ormone dell’amore), e più prolattina (non solo favorisce la produzione di latte ma è anche l’ormone del “prendersi cura di…” e del senso materno); inoltre si abbassano gli ormoni dello stress ACTH, cortisolo. Al momento della nascita la mamma e il bambino hanno lo stesso identico dosaggio ormonale; quando il bambino nasce, tutta l’ossitocina e il cortisolo, necessari per il momento del parto, sono alti, al primo contatto con la mamma è come se ricevesse un segnale di stop alla produzione di ACTH, cortisolo, un messaggio di “fuori pericolo” dopo il parto. Si è notato che nei bambini nati da parto cesareo e poi allontanati dalla mamma, i tassi di ACTH rimangono alti per molto più tempo, e se mantenuto a lungo, i bambini cominciano ad essere più irritabili, dormono meno, hanno difficoltà di crescita. Dagli studi di Tiffany Field emerge che attraverso il massaggio a bambini ricoverati si sono avuti: crescita più rapida, reazione migliore alle cure e dimissioni più
  • L’ODORE: la mamma e il bambino si riconoscono dall’odore; il colostro ha un odore simile al liquido amniotico.
  • TEMPERATURA: il neonato non è in grado di auto-termoregolarsi, quindi la temperatura corporea della mamma è la temperatura ideale per mantenere quella del piccolo.
  • RITMI e BIORITMI: quando una donna partorisce c’è una remissione della neo-corteccia e un lasciar emergere le funzioni sottocorticali del cervello limbico e rettilico; è come se prendessero il sopravvento le emozioni e l’istinto che permettono alla mamma di sintonizzarsi sul bambino.
  • VOCE: il bambino riconosce la voce della mamma, la mamma riconosce il pianto del suo bambino (è anche il modo che ha il bambino di accattivare la mamma).
  • ALLATTAMENTO: durante l’allattamento il bambino aumenta le difese immunitarie, e nella mamma vi è l’aumento di ossitocina e prolattina.
  • CONTATTO VISIVO: “il primo sguardo non si scorda mai”, gli occhi del neonato sono fatti per mettere a fuoco dai 17 ai 30 cm, che è esattamente la distanza che c’è tra il viso della mamma e del bambino tenuto in braccio; inoltre è attratto dai contrasti e mette a fuoco cose rotonde e scure (come il capezzolo della mamma e gli occhi).

Cosa fare per favorire il bonding neonatale in famiglia?

Il bonding viene favorito da una buona preparazione durante la gravidanza, da un buon parto, dal contatto precoce tra madre e neonato, dalla salvaguardia dell’unità madre-bambino e padre-madre-bambino, dall’allattamento al seno; mentre è ostacolato, invece, da un parto difficile, da pratiche mediche invasive, da utilizzo di farmaci, dalla separazione madre-bambino e madre-padre-bambino.

Ne conviene che il bonding è qualcosa che va coltivato e favorito, fin dai primi istanti di vita del bambino sia per la mamma sia per il papà. Avere, quindi, la possibilità di toccare il proprio bimbo, prenderlo in braccio, accarezzarlo, massaggiarlo, portarlo in fascia sono di fondamentale importanza, per realizzare positivamente questa prima tappa dell’attaccamento, lo “stare uniti” è indispensabile per poter affrontare in modo sereno i successivi “distacchi”, che permettono alla relazione di crescere.

*Psicologa-Psicoterapeuta familiare