Bambina morta a Napoli, il Giudice dispone nuove indagini

Bambina morta a Napoli, il Giudice dispone nuove indagini

6 Giugno 2024 Off Di La Redazione

Il Tribunale di Napoli ha disposto nuove indagini in relazione alla morte di una bambina di tre anni morta in ospedale dopo ben tre ricoveri: gli ulteriori accertamenti, che hanno comportato l’iscrizione nel registro degli indagati di due medici, così come disposto dal gip Giovanna Cervo, si dovranno concentrare sul primo accesso nell’ospedale pediatrico Santobono di Napoli.
    Il giudice ha accolto l’atto di opposizione presentato dall’avvocato Enrico Ricciuto, legale dei genitori della piccola Elena Cella, morta, il 10 gennaio 2023, così come emerso dall’esame autoptico, a causa di infarto addominale scambiato per una crisi glicemica da diabete infantile.
    “La famiglia – fa sapere l’avvocato Ricciuto – ha sempre avuto fiducia nella giustizia e chiede solo che sia fatta piena luce sul decesso della piccola Elena”.
    I genitori e i nonni della bimba fanno “appello al procuratore Nicola Gratteri affinchè venga nominato un chirurgo pediatrico di chiara fama e indipendenza”.
    La Procura aveva chiesto l’archiviazione alla quale la famiglia si è opposta con una relazione dove si poneva l’accento su presunte criticità emerse durante il primo ricovero: Clenia, in preda a forti dolori addominali, venne ricoverata alle prime ore del 9 gennaio scorso.

In base alle analisi, che evidenziavano un alto tasso glicemico, fu disposto il trasferimento nel reparto di Diabetologia infantile del Policlinico Vanvitelli.

Lì Elena fu colta da un infarto: venne rianimata e riportata all’ospedale pediatrico Santobono, per il ricovero in Rianimazione. Poco dopo ebbe altri due infarti che ne provocarono il decesso.
    L’autopsia ha consentito di attribuire le cause della morte ad un volvolo (torsione di un tratto dell’intestino) che, a parere del consulente di parte Mario Lima, direttore della Scuola di specializzazione di chirurgia pediatrica del Policlinico Sant’Orsola di Bologna, poteva essere individuato con un esame diagnostico (ecografia o tac) inducendo quindi i sanitari a procedere ad horas con un intervento chirurgico salvavita.