“Avanti Emilia Romagna, non mollare”

“Avanti Emilia Romagna, non mollare”

1 Giugno 2023 Off Di Corrado Caso

Credo di averlo pensato, ancora una volta, la notte del terribile terremoto del 1980 che sconvolse e unì nel dolore le popolazioni lucane e campane. Il mondo sembrò cedere sui cardini e sprofondare nel nulla. Fu, allora che vidi con meraviglia la “gioventù bruciata” con i bleu jeans cadenti e qualche orecchino tra naso e orecchie,  prendere l’iniziativa e scendere con me nella farmacia dell’ospedale. La farmacia era uno stanzone con scaffalature in metallo appoggiate al muro e scatoloni di farmaci. Era interrata sotto il palazzo della chirurgia lesionato in più punti a seguito del sisma. Si scendeva per una scala stretta e ripida, pochi scalini su un terreno in fibrillazione per le continue scosse. Prendemmo velocemente farmaci e presidi sanitari per portarli in un Pronto soccorso dove alcuni feriti e morti erano distesi a terra “perché avanti non c’era più posto”.
Furono eroi anonimi che, in quei giorni, lottarono a mani nude e senza ribalta televisiva. Come le lucciole si spegnevano per lo sfinimento per riprendere forza ogni volta che era necessario.
Pasquale e un gruppo di volontari “mediterranei” partirono, forti della loro esperienza, per le terre martoriate da uno dei tanti terremoti in centro Italia. Pasquale aveva fatto un passaggio epocale: da “gioventù bruciata “era diventato un omone a cui volevo bene e la gente che lo vide all’opera gli volle bene. La sua licenza di terza media non lo portò, anni prima, a salvare opere d’arte, manoscritti ma solo a spalare fango per le strade e nelle case. Consapevole della sua “indegnità” non entrò nella chiesa di Santa Croce a Firenze e non fu rapito al settimo cielo nella visione della volta del Brunelleschi. Era di poche parole. Morì prematuramente senza mai raccontare per intero la sua esperienza.
Un lungo applauso e, nello stadio Maradona, il pubblico lesse a voce alta uno striscione lungo quanto la distanza Napoli-Bologna. Era un pubblico consapevole di aver siglato un patto d’onore agli occhi di una nazione intristita dall’ennesima alluvione: “Avanti Emilia Romagna non mollare!” e, aggiunse con i fatti la volontà di condividere dolore e ricostruzione.
La risposta dallo stadio di Bologna non si fece attendere…    ma questa è un’altra storia.