Aumentano i tumori professionali, in Europa nel 2023 riconosciuti 3.500 casi

Aumentano i tumori professionali, in Europa nel 2023 riconosciuti 3.500 casi

16 Dicembre 2025 Off Di La Redazione

Secondo i dati diffusi da Eurostat, tra il 2013 e il 2023 nell’Unione europea sono stati ufficialmente riconosciuti 40.538 casi di tumori professionali.

Le cifre triennali 2020-2022 (tra 3.094 e 3.309 casi annui) risultano inferiori alla media annua del periodo 2013-2019 (3.909 casi), tuttavia, nel 2023 le autorità nazionali hanno certificato 3.500 nuovi casi, con un incremento di 191 diagnosi rispetto al 2022, quando se ne contavano 3.309.

I tumori professionali, causati da esposizione prolungata a fattori cancerogeni in ambiente lavorativo, hanno spesso con tempi di latenza molto lunghi, che possono superare anche i 40 anni rendendo difficile diagnosi precoce e sul monitoraggio costante della loro incidenza.
Una malattia professionale viene conteggiata solo se ufficialmente riconosciuta dalle autorità nazionali competenti, secondo procedure che possono variare sensibilmente da un Paese all’altro. Rimane fondamentale quindi un miglioramento dell’omogeneità dei sistemi di notifica e riconoscimento dei casi nei diversi Stati membri, dal momento che le procedure nazionali continuano a presentare differenze significative.

Le cifre rilevate fra il 2020 e il 2022, risultano inferiori alla media del periodo 2013-2019. Eurostat ipotizza che la riduzione osservata durante la pandemia possa essere collegata alle modifiche dei contesti lavorativi, alle difficoltà di accesso ai servizi sanitari e a una possibile sottodiagnosi nelle fasi più critiche dell’emergenza.

Tra il 2013 e il 2023, l’81,3% dei tumori professionali riconosciuti è rappresentato da carcinoma polmonare (16.499 casi) e mesotelioma (16.469 casi), quest’ultimo strettamente legato all’esposizione ad amianto. Seguono 2.696 casi di tumore della vescica, mentre le altre forme tumorali coperte dalla classificazione ICD-10 presentano numeri molto più contenuti.

Questi dati confermano l’urgenza di rafforzare la sorveglianza sanitaria nei settori ad alto rischio (edilizia, cantieristica navale, manutenzione industriale, smaltimento amianto, settori con esposizione a IPA, silice cristallina, composti del cromo), promuovere diagnosi precoce attraverso protocolli più omogenei a livello europeo, aggiornare costantemente la formazione sugli agenti cancerogeni emergenti e sulle nuove normative e migliorare la qualità della notifica e del riconoscimento dei casi, oggi ancora troppo disomogenea tra gli Stati membri.