Assistenza sanitaria, rischio paralisi in Penisola sorrentina

Assistenza sanitaria, rischio paralisi in Penisola sorrentina

16 Dicembre 2020 0 Di Gaetano Milone

Appena sei anestesisti nel plesso ospedaliero di Sorrento con orario di lavoro che si allunga fino a ventiquattro ore in caso di necessità.

 

 

Con l’accentuarsi dell’annosa carenza di anestesisti, mai integrati con forze nuove (i vincitori del concorso indetto nell’Asl Na 3 Sud dopo alcuni mesi hanno chiesto ed ottenuto il trasferimento “vicino casa”) e l’instancabile ma logorante attività delle poche unità chiamate a gestire l’ospedale Santa Maria della Misericordia di Sorrento ed il De Luca e Rossano di Vico Equense, si rischia il fermo dell’assistenza sanitaria.

 I numeri: sei gli anestesisti a Sorrento a gestire la Rianimazione, le Urgenze, le sale Operatorie (ne occorrerebbero diciotto). Due anestesisti a Vico Equense (da lunedì uno solo perché il secondo medico si allontanerà per ricovero), a supportare il pronto soccorso pediatrico, la maternità, la chirurgia.

Un piccolo ma eclatante raffronto: l’Ospedale di Nola con diciotto anestesisti registra cinquecento parti all’anno; Vico Equense, seicento.

 Ed ancora, i sei anestesisti di Sorrento con orario di lavoro che si allunga fino a ventiquattro ore in caso di necessità, assicurano, tra l’altro, una media di tre interventi del reparto di Ortopedia del Santa Maria della Misericordia, fiore all’occhiello della sanità in penisola sorrentina.

 Una situazione al limite delle possibilità umane, con il sacrificio di medici e personale infermieristico e socio sanitario, messo sotto pressione con la creazione dell’Astenteria covid (12 posti) ed i sei in rianimazione sempre Covid più un posto per ricoveri d’urgenza.

 I dati parlano comunque di un’assistenza professionale d’eccezione (lo stesso pronto soccorso soffre di carenza di personale) con la direzione sanitaria ed i medici tutti impegnati soprattutto nell’attività di contrasto al Covid, che va assolutamente integrata con forze nuove almeno per riportare l’organico ai limiti delle necessità. Certamente la carenza di medici anestesisti è un “male” che affligge tutta la Sanità campana e molto probabilmente trova una sua logica spiegazione nella riduzione delle ammissioni universitarie e delle relative specializzazioni in particolare degli anestesisti.