Asl Salerno, area vasta del Sele: nell’atto aziendale accolte solo in parte proposte Cgil

Asl Salerno, area vasta del Sele: nell’atto aziendale accolte solo in parte proposte Cgil

31 Marzo 2024 Off Di La Redazione

Atto aziendale, Area Sud: Ascoltate le proposte di della Fp Cgil nell’area vasta del Sele, in un quadro di luci e ombre. Lo affermano in una nota
Massimiliano Voza, coordinatore medici Asl Fp Cgil Salerno e Antonio Capezzuto, segretario generale FP Cgil Salerno.
Sul PO di Eboli luci ed ombra
Da una parte, ascoltate le proposte dell’Fp Cgil: si ratifica hub di riferimento la Cardiologia, con conferma di Elettrofisiologia ed Emodinamica che sono eccellenze di livello nazionale. Come avevamo chiesto, si potenziano Nefrologia, eccellenza nazionale, con ulteriori sei posti letto e l’istituzionalizzazione di due UOS (Dialisi e Immunopatologia), mentre Pneumologia acquisisce posti letto. Al netto della perdita della “previsione” di posti letto (dai 166 a 152)  e della perdita di due posti in Malattie infettive, peccato per la perdite complessiva delle Unità Operative di Geriatria e Endocrinologia, e per la “declassificazione” di alcune UOS, come il Pronto Soccorso (che in compenso acquisisce l’OBI), Laboratorio e Ortopedia, la quale uscirà dalla rete dell’emergenza traumatologica, operazione che se da un lato viene presentata nella direzione dell’omogeneizzazione del Dea, dall’altro, come nel caso della Rianimazione, la cui classificazione come Unità Operativa Complessa, non si capisce perché viene “sollevata” sia da Eboli, sede attuale di primariato, rendendola “eterea”, lasciandola, quindi, solo come servizio con posti letto. Nel complesso, a parte Cardiologia, un depotenziamento delle funzioni emergenziali, pertanto, presidieremo affinché ciò non significhi la possibilità di non poter presidiare agevolmente un’attività di supporto come la Rianimazione, resa sicuramente più caduca, con eventuali ricadute negative per le attività complesse delle Unità Operative Chirurgiche e della stessa Cardiologia.
Sul PO di Oliveto Citra luci ed ombra
Da una parte, ascoltate le proposte dell’Fp Cgil: si rafforza la filiera dell’emergenza con la istituzionalizzazione dei posti letto di Cardiologia e dei posti di alta intensità e la vocazione di eccellenza chirurgica e orto-traumatologica.
Al netto della perdita della “previsione” di posti letto (dai 92 a 82), peccato per il mancato potenziamento della Terapia del dolore, spoke di II livello regionale, e soprattutto per la perdita di Riabilitazione, indispensabile data l’alta prevalenza di anziani fragili nella zona, e quindi la prevalenza di co morbilità  e cerebrovasculopatie acute con esiti meritevoli di riabilitazione, e data la presenza dell’Unità Operativa di Chirurgia leader provinciale nelle patologie oncologiche geriatriche (esempio cancro del colon) e dell’Unità Operativa di Ortopedia orientata alla Orto-Geriatria, come fratture di femore e protesi di anca. Male la mancata istituzionalizzazione del servizio di Urologia le cui ricerche sono un fiore all’occhiello.
Su Roccadaspide che, rispetto al precedente atto aziendale, passa la Dea di Vallo, e vede riconosciuta l’istituzionalizzazione di alcuni servizi, in vero già attivi, come il Day Surgery e la Cardiologia e la conferma di vocazione di territorialità con la lungodegenza e la previsione di attività proprie dell’Ospedale di Comunità.
Su Agropoli, rispetto al precedente atto aziendale, bene la riconversione in un Polo di Riabilitazione, per utilizzare al meglio le strutture.
Nel Cilento, su Sapri chiederemo conto della mancata previsione dei posti letto di Nefrologia e della declassificazione della Medicina trasfusionale, nonostante la  prevista in un DEA di I livello, che avrebbe dovuto andata di pari passi all’upgrading a Unità Operativa Complessa  a Vallo della Lucania che, di fatto, scende dalla “previsione” di 322 posti letto a 286, perdendo alcune Unità Operative, alcune delle quali,  in verità, non attive da tempo.
In generale, invece, per quanto riguarda la Medicina territoriale, positiva le previsioni per le l’istituzionalizzazione dei  3 Hospice (2 nell’area Sud), e le previsioni per le aree interne con le 13 COT (Centrali Operative Territoriali) e gli 8 Ospedali e le 33 Case di Comunità, nonostante i tagli operati dal governo Meloni, con la volontà di utilizzare i fondi  previsti dal PNRR; mentre non è positiva la disarticolazione del Sistema 118 e il mancato potenziamento del Dipartimento di Prevenzione, nonostante la lezione che ci ha restituito il Covid.
Ora, la sfida sarà continuare il lavoro fatto sinora per il reclutamento di personale, per dare seguito effettivo alle previsioni, stante la carenza di disponibilità di operatori sanitari. Purtroppo, dal concorsone per i Pronto Soccorso non arrivano segnali postivi: le domande sono inferiore ai posti disponibili. Su questo serve un cambio di passo da parte del governo, superando l’attuale forma di numero chiuso, oltre a scelte definitve sui tetti di spesa e l’assunzione di personale.