Asl Campane, mal comune e sanità negata

Asl Campane, mal comune e sanità negata

14 Luglio 2021 0 Di Antonio Magliulo

Dal 19 giugno scorso niente esami cardiologici nell’Asl Na2 Nord e dal 20, sempre di giugno e sempre nella Napoli2, sono state sospese anche le prestazioni di medicina nucleare. E purtroppo non si tratta di un caso isolato perché, a far data dal 14 giugno, sono cessate le prestazioni convenzionate di cardiologia anche nell’Asl Na1 Centro dove quelle diabetologiche si erano esaurite già dal 9 di giugno scorso. Tranne che per l’Asl metropolitana che resisterà fino al 27 di agosto, per tutte le altre aziende sanitarie locali i laboratori d’analisi hanno alzato o alzeranno bandiera bianca entro la fine di questo mese.

Il quadro che emerge dai dati raccolti dall’Associazione della sanità provata (sarebbe privata ma alla luce di quanto si verifica ci è parso opportuno “cambiare” la lettura dell’acronimo) accreditata territoriale è a dir poco desolante come si ricava dall’allegata tabella sinottica curata dall’Aspat.

Ieri il Consiglio regionale – intervenendo sulla materia e constatato che da decenni i cittadini campani vivono, sulla loro pelle, questa pesante contrazione assistenziale –   ha approvato all’unanimità una MOZIONE – APPELLO al Governo Centrale per l’utilizzo dei fondi afferenti all’articolo 26 del DL Sostegni bis, in questi giorni in corso di conversione in Legge a Roma. Un tentativo di correre ai ripari “per tamponare”.

In merito all’iniziativa l’Aspat e Cittadinanzattiva Campania “esprimono cauto ottimismo e perfetta convergenza con l’Assessore Cinque circa le modalità adottate dalla Giunta per superare ed evitare il blocco dell’erogazione delle prestazioni, già presente in modo diffuso nei diversi territori provinciali”.

In particolare, il presidente Aspat, Pier Paolo Polizzi invita “a lavorare alacremente per l’individuazione dei “budget emergenziali” che consentiranno, quanto prima, a ciascuna branca specialistica della macroarea la ripresa delle attività erogative”.

Per Lorenzo Latella, segretario regionale di Cittadinanzattiva, “al protrarsi della pandemia solo con queste modalità si potranno garantire ai cittadini il diritto alla salute ed i LEA ed in particolare ai soggetti cronici, fragili ed in condizione di conclamata deprivazione sociale”.

E così oggi la soluzione tampone potrebbe derivare (ce lo auguriamo) dall’utilizzo di fondi previsti per l’attuazione del decreto legge “Sostegni bis” ma, è lecito chiedersi, il prossimo anno? E gli altri che seguiranno? Sempre interruzioni assistenziali? Sempre i cittadini a pagare? Perché appare del tutto evidente che questa cronica ed annosa disfunzione attiene o ad un problema iperprescrittivo (ed allora chi può e deve intervenga) o, com’è più probabile, ad una cattiva programmazione. Ed anche in questo caso, chi può e deve intervenga. Ma faccia presto. I cittadini campani non possono continuare a pagare conti salati sull’altare dell’ignavia o delll’incompetenza…