Anthony Capriolo: “La differenza tra un buon giocatore e un grande giocatore è la testa”

Anthony Capriolo: “La differenza tra un buon giocatore e un grande giocatore è la testa”

20 Novembre 2022 0 Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone
“Ho imparato tutto sulla vita con una palla ai miei piedi”. (Ronaldinho)
Oggi parliamo di Covid, sport e salute con: Antony Capriolo.
La fase pandemica più acuta sembra essere oramai alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio ed il disagio legato alle severe misure restrittive?
Nel mio primo anno fuori è stato difficile gestire la situazione soprattutto per uno sport come il futsal, dove giochi e ti alleni in palazzetti o tendostrutture comunque al chiuso, quindi avevamo misure di sicurezza molto rigide e controlli settimanali per rendere il tutto sempre alla massima efficienza. Soprattutto poi essendo lontano da casa vivere una situazione del genere non è tanto semplice però nel rispetto delle norme siamo riusciti ad uscirne, credo che ormai il peggio sia alle spalle.
Insieme alle restrizioni i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto a quello, cosiddetto, minore. Cosa è successo, in particolare, nella sua specialità?
Credo che tutte le attività siano state danneggiate gravemente da questa pandemia non solo lo sport. Però a maggior ragione gli sport come il nostro che è ancora considerato dilettantistico. Le società sono state molto penalizzate non potendo sfruttare le loro strutture al massimo e non potendo ricevere molti aiuti dal governo. Molte società del nostro sport hanno dovuto mandare via giocatori perché non potevano più pagarli. 
Chi è stato a spingerla all’attività agonistica? o si è trattato di una folgorazione magari guardando ai modelli dei grandi campioni?
Non credo che qualcuno mi abbia spinto nell’attività agonistica. In generale ho sempre amato giocare a calcio ed è veramente una passione incredibile e secondo me è quello che ti porta alla fine a voler essere un calciatore “professionista” poi sicuramente i modelli dei grandi campioni ti ispirano anche se non fa parte del mondo del futsal ma credo che Messi sia una grande modello per me sia per le qualità che ha ma anche per la sua attitudine.
Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?
Ho sempre pensato che la differenza tra un buon giocatore e un grande giocatore sia la testa. Credo che senza la determinazione, la forza di volontà e la voglia di raggiungere i propri obiettivi a qualunque costo non si vada da nessuna parte.
Se dovesse dare qualche “consiglio utile” ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità, cosa suggerirebbe?
Innanzitutto mi considero anche io ancora un ragazzo. Un consiglio che posso dare ai ragazzi alle prime esperienze nel futsal è di avere sempre la voglia e la passione di fare questo sport perché veramente è uno sport molto sottovalutato ma che vi può regalare esperienze e gioie uniche perché sport più bello non c’è.