Antonio Lovascio, lo sport fondamentale soprattutto in età adolescenziale

Antonio Lovascio, lo sport fondamentale soprattutto in età adolescenziale

8 Novembre 2021 0 Di Pasquale Maria Sansone

Il Calcio a cinque o Futsal, nato come trasposizione del calcio a 11 in un campo di gioco di ridotte dimensioni, è divenuto in breve tempo una disciplina autonoma con regole e caratteristiche proprie: una pratica sportiva  innovativa e spettacolare oggi seguita da un pubblico sempre più ampio, competente e appassionato.

Parliamo di Futsal, Covid e Salute con un suo valido rappresentante: Antonio Lovascio.

 Carriera iniziata nel Calcio a 11 ed ha vinto un campionato nazionale nella Juniores dell’U.S. Bitonto (serie D). Negli anni successivi ha militato nella Libertas Palese e nuovamente nel Bitonto in Promozione. Per una scelta di vita, a 22 anni ha lasciato il Calcio per dedicarsi totalmente allo studio, prendendo due lauree in ingegneria.

All’età di 25 anni ha ricominciato con il Calcio, ma stavolta Calcio a 5 (futsal), sempre nella sua città Bitonto contribuendo alla promozione della squadra locale dalla C2 fino  in serie B, serie in cui ha militato per la seconda stagione.

Oggi, a quasi 32 anni, è vice-capitano del Futsal Bitonto con 137 gol all’attivo.

 Come ha vissuto e vive la paura della pandemia, del contagio ed il notevole disagio legato alle indispensabili severe misure restrittive?

 Il disagio per le restrizioni, per me come per tutti, è stato notevole. Stravolgere completamente le proprie abitudini giornaliere è stato difficile, ma era fondamentale considerando i fini per cui lo si faceva. Sono stato fortunato perché la pandemia non ha colpito direttamente nessuno dei miei familiari, ma la paura c’era. Ho perso un amico di 29 anni ed ho potuto constatare da vicino quanto si poteva essere del tutto impotenti di fronte al virus, soprattutto prima del vaccino.

 La pandemia e la confusa gestione politica hanno danneggiato lo Sport in generale ed il Calcio ed il Futsal in particolare. Come si riesce ad uscire da questa difficile congiuntura?

Piano piano ne stiamo uscendo, dato che la percentuale di afflusso nei palazzetti/stadi è stata incrementata. Sicuramente lo sport ne ha risentito tantissimo, le competizioni regionali sono state ferme più di un anno e quelle nazionali, come la mia, hanno invece proseguito ma c’è stata una gestione davvero confusionaria tra rinvii sistematici di partite, calendari illogici, e regole poco chiare. Quanto è importante l’attività sportiva per tenersi in forma ed evitare ogni forma di patologia?

Credo che sia molto importante, fare attività evita la sedentarietà che di per sé è un fattore che può accentuare patologie. Ti fa stare bene con te stesso e ti stimola al miglioramento, ad avere degli obiettivi. E poi ha un carattere sociale fondamentale, soprattutto in età adolescenziale. Impari il concetto di squadra, del fare gruppo, della lealtà e del rispetto.

Cosa le ha dato il Futsal in termini di crescita personale, sociale e professionale?

Il Futsal mi ha aperto un mondo che non conoscevo affatto. E’ uno sport bellissimo che spero acquisisca maggior rilevanza con il tempo. Mi ha permesso di conoscere compagni di squadra sempre nuovi che, in seguito, sono diventati amici, mi ha permesso di vivere emozioni fortissime. Nel Futsal sei sempre il protagonista del gioco perché tocchi la palla continuamente, e questo ti porta a poter essere decisivo in negativo o in positivo nel giro di attimi durante la gara. Mi ha insegnato a saper vincere e a saper accettare le sconfitte e trovare le motivazioni per reagire ad esse. A 31 anni, sento che potrà darmi ancora molto!