Andrea Candeo, quando la bellezza ti fa diventare Agronomo

Andrea Candeo, quando la bellezza ti fa diventare Agronomo

22 Agosto 2025 Off Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone
 

 

Trentaduenne, comasco, Andrea Candeo è laureato in Scienze della Produzione e Protezione delle Piante Presso la facoltà di Scienze e Tecnologie Agrarie, Università degli Studi di Milano. Iscritto all’Ordine degli Agronomi e Forestali – Como Lecco-Sondrio – è stato incoronato Più Bello d’Italia nel 2024.

Un tempo si partecipava ai concorsi di bellezza per tentare la carriera di attore. Quale è stata la motivazione che ha spinto un agronomo a tentare questa kermesse?

Anche se un tempo i concorsi di bellezza erano spesso un trampolino verso il mondo dello spettacolo, nel mio caso la motivazione è stata differente. La mia scelta nasce dalla volontà di raccontare una figura professionale ancora poco conosciuta come quella dell’agronomo, dimostrando che passione per la natura e cura del territorio possono convivere con percorsi insoliti come questo. Per me, lavorare all’aria aperta, in armonia con l’ambiente, è una delle esperienze più gratificanti: partecipare a questa kermesse è stato un modo per portare visibilità a un mestiere che ha un impatto concreto e positivo sulla vita di tutti, oltre che un’opportunità di crescita personale.

Che significato ha avuto per lei e che riflessi sulla vita l’essere arrivato al primo posto nel concorso il più bello d’Italia?

Essere arrivato al primo posto ne Il Più Bello d’Italia ha rappresentato per me un’esperienza intensa, non solo dal punto di vista personale ma anche umano e professionale. Non si è trattato semplicemente di un concorso legato all’aspetto esteriore, ma di una vera e propria sfida a 360 gradi, dove si viene messi alla prova sotto molti aspetti: capacità di comunicare, prontezza, personalità e intelligenza. Le domande delle cinque giurate spaziavano in ogni ambito, ed è proprio questo che rende l’esperienza così completa e formativa. Rifarei tutto senza esitazione: mi ha dato l’opportunità di crescere, mettermi in gioco e uscire dalla mia zona di comfort.

 A volte i giudici più severi di noi stessi siamo proprio noi. Durante la selezione e soprattutto dopo aver conseguito la vittoria finale sei si è sentito fino in fondo il numero uno? Insomma, come ha vissuto questo suo “momento di gloria”?

Ho vissuto questo “momento di gloria” con grande gratitudine, soprattutto perché l’ho condiviso con le persone che hanno creduto in me fin dall’inizio. La vittoria è stata senza dubbio significativa, ma non l’ho mai vissuta come un punto di arrivo, bensì come un punto di partenza. Sentirsi davvero il numero uno non significa solo ricevere un titolo, ma essere consapevoli del percorso che si è fatto e di quanto ancora si può crescere. Senza il supporto di persone competenti e sincere, anche il riconoscimento più prestigioso rischia di perdere valore. Per questo credo sia fondamentale coltivare ogni giorno le opportunità che questa esperienza mi ha aperto, con impegno, umiltà e visione.

Quale è stata la strada che lei ha seguito per prendersi cura al meglio del proprio corpo: sia attraverso l’alimentazione sia attraverso l’attività fisica?

Per prendersi davvero cura del proprio corpo, alimentazione equilibrata e attività fisica costante sono certamente fondamentali. Tuttavia, ciò che fa davvero la differenza è l’approccio mentale. Quando la testa è al posto giusto – motivata, focalizzata e positiva – il resto viene di conseguenza. La disciplina mentale è la chiave che ti permette di essere costante, ed è proprio la costanza, più di ogni altra cosa, a portare risultati concreti nel tempo. Il benessere fisico nasce quindi da un equilibrio tra corpo, mente e stile di vita.

Ad oggi lei immagina una sua collocazione nel mondo dello spettacolo o tiene dritta la barra sulla sua attività di agronomo continuando a progettare riqualificazioni del verde urbani, la progettazione di terrazzi ed aree verdi …?

Il mondo dello spettacolo rappresenta sicuramente un’opportunità interessante, ma la mia vera strada resta quella legata all’agronomia e alla progettazione del verde. È lì che affonda le radici la mia passione, e oggi è anche il mio lavoro. Quando riesci a trasformare ciò che ami in una professione, hai davvero fatto centro. Continuare a riqualificare aree urbane, progettare terrazzi e spazi verdi non è solo un mestiere, ma un modo per migliorare concretamente l’ambiente e la qualità della vita delle persone. Ed è questo l’obiettivo che voglio continuare a perseguire, con lo stesso entusiasmo di sempre.