Ancora un medico aggredito

Ancora un medico aggredito

22 Agosto 2019 0 Di Al. Ma.

Una dottoressa ha subito gravi violenze al Pronto soccorso del San Giovanni Bosco di Napoli. Il manager Verdoliva: “Ci costituiremo parte civile”.

Prima gli insulti, poi si è passati alle vie di fatto con l’aggressione vera e propria che le ha procurato un trauma facciale e la rottura del setto nasale. È successo in nottata, all’ospedale San Giovanni Bosco di Napoli, dove i parenti di un paziente giunto al pronto soccorso hanno reagito, in maniera violenta, all’invito di lasciare il congiunto e di accomodarsi in sala di attesa. Tanto è bastato per scatenare la violenza belluina che ha procurato lesioni, giudicate guaribili in trenta giorni, alla dottoressa che, chiamata in causa per una consulenza è diventata, in pochi convulsi momenti, paziente lei stessa.

“L’aggressione di questa notte è un gesto vile e indegno. Ho sentito la dottoressa e le ho personalmente garantito che l’azienda è e sarà al suo fianco anche in tribunale. Niente può giustificare quanto accaduto, un fatto che al di là del trauma fisico ed emotivo cagionato, mette a rischio l’assistenza” – ha commentato il direttore generale dell’Asl Napoli 1 Centro Ciro Verdoliva – chi ha aggredito la dottoressa – ha aggredito ciascun medico, ciascuna infermiera e operatore dell’Asl Napoli 1 Centro, ma soprattutto ha tolto ad altri pazienti il diritto di essere assistiti». La direzione generale dell’Asl «ha già avviato una verifica interna volta a ricostruire quanto accaduto”.

“Se qualcuno crede ancora di poter dettare legge al San Giovanni Bosco o di poter ignorare le disposizioni dettate dalla direzione generale si sbaglia», dice sempre Verdoliva. “Finché io sarò direttore generale di questa Asl il San Giovanni Bosco sarà al servizio solo dei pazienti e non tollererò che il personale medico e infermieristico sia ostaggio di nessuno. Il ripristino della legalità è stato avviato e non è più possibile ritornare indietro; è nostra intenzione – conclude il dg dell’Asl di Napoli – dimostrare che siamo donne e uomini pronti a riprenderci la dignità per troppe volte calpestata e guadagnare, in campo, la fiducia dei cittadini. Abbiamo davanti una grande sfida ma anche l’incrollabile determinazione di per vincerla”.