Alessio Pasciulli: “Da piccolo nessuno credeva in me, la caparbietà è fondamentale”

Alessio Pasciulli: “Da piccolo nessuno credeva in me, la caparbietà è fondamentale”

28 Aprile 2023 Off Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

La fase pandemica più acuta sembra essere ormai alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio ed il disagio legato alle severe misure restrittive?

É stata dura, ma solo con la forza della mente che la mia disciplina mi ha insegnato, sono riuscito a superare questa fase.
È stato un vivere rinchiusi come se fossi in ritiro per una preparazione fisica.
Ed Ho adattato le mura di casa come una caserma dove mi allenavo pensando al futuro.
Per tutto lo sport in generale sembrava si vivesse in un incubo.
Mi sono fatto forza con i membri del mio team e abbiamo superato questo lungo momento.
Ho adottato ogni misura protettiva imposta senza lamentarmi e dando supporto morale ai miei cari.
Evitare il contagio era davvero difficile e alcuni miei colleghi dello sport sono stati contagiati.

Insieme alle restrizioni ai tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto a quello, cosiddetto, minore. Cosa è successo, in particolare, nella sua specialità?

Nella mia disciplina sportiva abbiamo dovuto attendere molto tempo prima di poter tornare al contatto e al corpo a corpo.
Adottando allenamenti e insegnamenti online , siamo riusciti a sopperire in parte alle mancanze ma alcuni hanno abbandonato l’attività sportiva ed è molto grave soprattutto oggigiorno in cui lo sport è al centro delle nostre vite per il benessere e salute delle persone.
Chi è stata a spingerla all’attività agonistica? O si è trattato di una folgorazione magari guardando ai modelli dei grandi campioni?

Da piccolo, ero un bimbo buono, fin troppo buono e le persone mi trattavano male, ma in TV guardavo cartoni animati come Ken il guerriero, da lì mi è scaturita la voglia di praticare arti marziali e di temprarmi il carattere per poter affrontare la vita.
Man man che praticavo vedevo grandi campioni che primeggiano nelle loro categorie ed io li ho seguiti come modelli per arrivare oggi come loro! Ne vado fiero.
Questo grazie al mio Maestro e mentore Antonio Langiano.

 

Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?

La forza di volontà è tutto ed io aggiungerei anche la caparbietà. Da piccolo nessuno credeva in me, mi dicevano nn hai doti, ma io ho insistito, arrivando a vincere 5 medaglie mondiali e 7 ori europei.
Se dovesse dare qualche “consiglio utile” ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità, cosa suggerirebbe?

Il consiglio che do è quello di non mollare mai, a qualsiasi sconfitta, a qualsiasi frenata nella vita, a qualsiasi Infortunio, rialzarsi sempre e comunque! Non esitare non aver paura.

Per concludere voglio ringraziare mia madre, Concetta D’ambrosio, la mamma di un campione, sempre al mio fianco per darmi forza nei momenti brutti della mia crescita. Con i suoi sacrifici è riuscita a crescermi, educarmi e sostenermi nel mio percorso di carriera. La medaglia d’oro dei mondiali l’ho dedicata a lei.