Alessandro Dall’Omo, passione e motivazione gli ingredienti del successo

Alessandro Dall’Omo, passione e motivazione gli ingredienti del successo

31 Gennaio 2024 Off Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

Laurea in Scienze motorie, Exos performance Specialist, FMS level 1, Allenatore UEFA B, Allenatore portieri settore giovanile dilettanti FIGC, Allenatore portieri professionista FIGC, UEFA Goalkeeper coach B. Questo, in sintesi, il percorso professionale di Alessandro Dall’Omo che è il nostro ospite sportivo di oggi.

La fase pandemica più acuta sembra essere ormai alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello Sport? Come ha gestito la paura del contagio ed il disagio legato alle severe misure restrittive?

Per fortuna la pandemia sembra alle spalle ma la paura è stata tanta specie per me che all’epoca avevo una figlia immunodepressa e a forte rischio nel caso avesse contratto il virus.

Lo sport ha sofferto. Giocare allora in serie  B e C senza pubblico è stato surreale. Tante società minori hanno chiuso. È stato un periodo di grandi difficoltà ma tutti abbiamo cercato di attenerci alle regole anti-Covid.

Insieme alle restrizioni i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto a quello, cosiddetto minore. Cosa è successo, in particolare, nella sua specialità?

Nel calcio tante società piccole o che facevano volontariato per il settore giovanile ed attività di base hanno dovuto chiudere o per inagibilità delle strutture o per mancanza di iscrizioni. Tante società dilettantistiche sono sparite. Impianti chiusi. Un vero peccato.

Chi è stato a spingerla all’attività agonistica? O si è trattato di una folgorazione magari guardando ai modelli dei grandi campioni?

Ho sempre amato il calcio grazie a mio padre, mio zio, mio fratello ed il ruolo di portiere che ho praticato dai 4 ai 36 anni. Mi sono ispirato a Zenga, Peruzzi, Pagliuca, Taffarel e Buffon, il mio idolo.

Avevo sempre allenato bambini-portierini fino al mio attuale incarico in serie A come vice allenatore dei portieri a Monza. Per me è stato il raggiungimento di un sogno incredibile.

Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?

Credo che la passione, la motivazione interiore e la determinazione siano fondamentali  per arrivare in alto. Senza queste qualità non si arriva da nessuna parte ed è questo che cerco di trasmettere agli atleti ogni giorno. La forza di volontà è fondamentale, senza il duro lavoro non vai da nessuna parte. Io sono stato fortunato ad averla perché senza quella non si arriva.

Se dovesse dare qualche “consiglio utile” ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità, cosa suggerirebbe?

Credere sempre in se stessi, non mollare mai. Se giocate o non giocate non importa, date sempre il massimo di voi stessi. E quando trovate un allenatore che non vi fa giocare o che non crede in voi è proprio grazie a lui che migliorerete. E prima di tutto siate bravi ragazzi e poi bravi calciatori.