Al Galà della ricerca le riflessioni del ministro della salute Schillaci

Al Galà della ricerca le riflessioni del ministro della salute Schillaci

17 Giugno 2023 Off Di Nicola Rivieccio
“Abbiamo degli operatori sanitari straordinari. Ne abbiamo visti all’opera durante il Covid, quindi io credo che la forza del nostro Servizio sanitario nazionale sia quello che io chiamo il capitale umano: gli operatori sanitari che vanno sicuramente gratificati meglio di come lo sono stati fino adesso. E poi è una sanità a macchia di leopardo, un po’ ingolfata, una sanità che va, credo, un po’ riammodernata perché siamo nel terzo millennio, una sanità che ancora purtroppo presenta tante disparità. Ma non solo le classiche tipiche disparità che leggete quotidianamente magari tra nord e sud. A me dispiace particolarmente perché qui siamo in Campania e perché lo sono di origine più meridionale di tutti voi in quanto il mio papà  era siciliano, mia madre è calabrese, quindi, quando sento parlare male della sanità del sud, mi dispiace personalmente. Ci sono ancora troppe differenze che sono inaccettabili, non solo tra nord e sud, ma anche tra le grandi città e le piccole città”. Così, il Ministro della Sanità, Orazio Schillaci, in occasione del ritiro del riconoscimento conferitogli al Gala della Ricerca, evento di beneficenza organizzato dalla Sbarro Health Research Organization – centro di eccellenza mondiale per la ricerca sui tumori con sede a Philadelphia, negli Stati Uniti. 
Premiate con il Ministro Schillaci, personalità di spicco del mondo accademico, imprenditoriale ed istituzionale che si sono distinte in maniera significativa per il bene della collettività. Insieme al suo, riconoscimenti per la premier Giorgia Meloni,  per Paolo Scudieri, AD di  Adler Pelzer Group Hp, Enrico Gherlone, Università Vita-Salute San Raffaele,  Vincenzo de Clemente (azienda De Clemente),.
Un appuntamento quello a Le Axidie, a Vico Equense, per una serata dedicata alla raccolta di fondi per la lotta alle patologie oncologiche e per finanziare borse di studio per i giovani laureati italiani.
“Io credo – ha affermato il Ministro Schillaci – che noi adesso abbiamo i fondi del PNRR e questo deve essere il modo per cambiare la sanità. In due modi, rafforzando la sanità territoriale, che è quella che abbiamo visto mancare durante il Covid. E poi abbiamo i fondi per la digitalizzazione. Io credo che riuscire finalmente a ammodernare la nostra sanità, avere la telemedicina, la digitalizzazione significa, intanto sconfiggere le tante diseguaglianze che ancora ci sono, rendere accessibili a più persone una medicina di qualità, superare le tante differenze che esistono anche tra le piccole città e le grandi città. Credo che digitalizzare la sanità è come quando in Italia sono state costruite le autostrade. Vuol dire arrivare da tutti e quindi è una sfida che sono sicuro riusciremo a portare a termine nell’interesse dei cittadini che è la cosa che mi sta più a cuore.”
 “Credo – ha detto, inoltre il Ministro della Sanità, Schillaci –, come è stato detto oggi, che la qualità dei ricercatori e dei medici italiani sia sotto gli occhi di tutti. Tra 1000 difficoltà, nonostante il nostro sistema sanitario sia sempre stato finanziato meno di altri sistemi sanitari europei, nonostante anche i fondi pubblici per la ricerca in Italia sono sempre stati abbastanza scarsi. Abbiamo ricercatori eccellenti, è dimostrato dal numero delle pubblicazioni, dalla qualità delle pubblicazioni di chi lavora in Italia abbiamo formato tante persone che purtroppo spesso sono andate via attratte, soprattutto credo non solo da migliori compensi economici, ma anche da una struttura organizzativa migliore, quella a cui prima faceva riferimento l’amico professor Gherlone.”  “Quindi – ha specificato il Ministro Schillaci – io penso che bisogna assolutamente valorizzare le persone che ci sono e rendere più attrattivo il nostro servizio sanitario nazionale, non solo aumentando quelli che sono i compensi di tutti gli operatori, ma rendendo anche il lavoro più accettabile e meno burocratico. Su questo abbiamo già dato con questo Governo qualche segnale, dando delle prospettive reali di carriera ai tanti giovani che ci sono. Mi si lasci dire: se ci sono 70/80.000 persone che ogni anno provano entrare con i test a medicina in Italia. Beh vuol dire, forse, che fare il medico in Italia è un qualcosa che alle ragazze e ragazzi italiani interessa e da quello dobbiamo partire.”