A me gli occhi (prima parte)

A me gli occhi (prima parte)

14 Dicembre 2020 0 Di Gemma Marrazzo* e Vittoria Guarino**

L’uso della mascherina, reso ormai da tempo obbligatorio e che si presume resti tale per un periodo ancora indefinito ma non breve, ci porta a fermarci e dedicare uno spazio in cui approfondire quanto possa essere fondamentale trovare ed imparare una modalità alternativa per leggere emozioni e stati d’animo, attualmente divenuto difficile ed impegnativo considerando che “il viso non si vede piu”…

Siamo come ombre senza volto di fumetti, come spersonalizzati.

Il nostro obiettivo è fornire uno strumento pratico ed alternativo per poter accogliere e comprendere l’altro entrando in empatia, elemento fondamentale per una comunicazione efficace e utile al prendersi cura.

Medici, psicologi, counsellor ma potremmo dire tutti gli operatori sanitarti ed ancora estendere la considerazione a tutti i contesti in cui la comunicazione è importante.

Abbiamo pensato di dedicare a questo argomento 3 articoli che verranno pubblicati consecutivamente, con cadenza settimanale, per garantire al lettore non solo un momento di distensione e di crescita personale ma anche l’apprendimento di strategie concrete per poter affrontare questa difficoltà relazionale che tutti viviamo.

La prima parte, a cui ci dedicheremo oggi è dedicata a come il nostro corpo parla e comunica messaggi. In modo particolare ci dedicheremo al potere comunicativo dello sguardo.

Esso ha una intensità particolare e un impatto emotivo forte rispetto a tutto quello che può rappresentare il linguaggio del corpo e anche alle parole.

Se le parole non sono accompagnate da uno sguardo è difficile cogliere il senso

Per esempio Lo sguardo di traverso è uno dei primi segnali di interesse romantico. Siccome è sottile permette di “flirtare” in modo velato.

Una persona meno diretta invece preferirà contatto visivo intermittente per comunicare attrazione.

Se durante una conversazione si verifica uno sguardo prolungato si verifica nel mezzo di una conversazione è probabile che indichi interesse.

Lo sguardo da “duro”. Spesso accompagnato da occhi socchiusi e pupille contratte, lo sguardo da duro è caratteristico del “cattivo” dei film. Questo sguardo così penetrante segnala che l’individuo possiede un atteggiamento invadente, aggressivo e minaccioso. Lo sguardo da “duro” si distingue da quello prolungato, in quanto quest’ultimo è caratterizzato da pause, mentre quello da duro è più insistente.

Lo sguardo dall’alto in basso. Questo movimento degli occhi si osserva soprattutto negli uomini in cerca di una “preda” femminile. Quando un uomo squadra una donna dalla testa ai piedi, la sta valutando come potenziale partner sessuale.

Se l’uomo compie questo gesto più di una volta, è probabile che sia attratto fisicamente dalla donna e che la sua fantasia sessuale abbia preso il volo. Anche le donne utilizzano questo tipo di sguardo verso gli uomini da cui sono attratte, ma in modo meno evidente, di modo che è meno probabile che vengano colte in fragrante!

Lo sguardo sfuggente. Questo segnale indica che la nostra controparte si sta dimostrando ingannevole.

È possibile o che stia mentendo, o che si senta colpevole per qualcosa di cui si sta discutendo.

Anche stropicciarsi l’occhio, come pretesto per distogliere lo sguardo, può indicare menzogna.

Tuttavia, distogliere lo sguardo in risposta ad uno sguardo prolungato non segnala inganno, ma è un tentativo di ridurre un’intimità sentita come minacciosa.

Occhi chiusi. Non si tratta di un semplice battito di palpebre, ma della chiusura prolungata di un occhio chiaramente percepibile da un osservatore

È un’indicazione che lui/lei non ha più intenzione di ascoltare ciò che state dicendo.

Il gesto è spesso accompagnato dallo sollevamento delle sopracciglia.

Come qualcuno probabilmente si sarà accorto leggendo in realtà tutto quanto specificato è già di uso comune per ognuno di noi.

In modo inconsapevole, infatti, nella comunicazione utilizziamo spontaneamente senza accorgercene queste modalità.

Lo scopo di prenderne consapevolezza è poter riuscire ad allenare questo potenziale in modo che compensi quanto oggi nella relazione a distanza e attraverso la mascherina sta venendo a mancare.

Da difficoltà ad opportunità, vogliamo vederla cosi, in una chiave di lettura con un colore positivo che tanto manca in questo momento. Cosa possiamo migliorare di noi, della qualità della nostra comunicazione, della relazione. Esplorare ed allenare parti sconosciute tecnicamente creando nuove piste neurali, che conservino indelebilmente nella memoria nuove informazioni e conoscenze utili e non più tralasciabili anche quando i nostri volti torneranno ad essere scoperti!

 

*Psicologa clinica e del lavoro, Counsellor formatore e supervisore Analitico Transazionale, Trainer &Coaching trainer in Programmazione Neuro Linguistica.

**Counsellor Professionista Analitico Transazionale, Master Coach in Programmazione Neuro Linguistica