A Capri una strada in ricordo di don Vincenzo Simeoli

A Capri una strada in ricordo di don Vincenzo Simeoli

28 Aprile 2021 0 Di Luigi De Rosa

Capri – Don Vincenzo Simeoli ha lasciato un vuoto incolmabile nella comunità caprese, per questo in molti hanno accolto con entusiasmo l’iniziativa di Gianni Catuogno che ha proposto di intitolare il belvedere dal quale si scorgono i Faraglioni e che precede di qualche tornante la chiesa di Sant’Andrea, protettore dei pescatori, alla memoria dell’ex Parroco della chiesa di Marina Grande a Capri. Don Vincenzo Simeoli, una vita dedicata agli altri, custode delle tradizioni contadine, degno esponente di quella “Chiesa del grembiule” auspicata da don Tonino Bello, è stato una delle menti storiche e divulgatrici più prolifere dell’isola azzurra, laureatosi in Lingue all’Orientale, sembrava avviato a una lunga e promettente carriera nel settore turistico alberghiero, nel quale lavorava da vent’anni. Poi, a quarant’anni, la scoperta della vocazione. Dopo gli studi presso i Gesuiti di Posillipo, fu ordinato sacerdote il 4 aprile 1987 (anno in cui Capri festeggiava il millenario dell’elevazione a dignità metropolita) dall’allora vescovo Antonio Zama, nella chiesa di San Costanzo. Dopo gli studi teologici, arrivarono gli incarichi parrocchiali in penisola sorrentina, dove è stato prima vice parroco alla Santissima Trinità di Piano di Sorrento, poi parroco a Preazzano di Vico Equense, vice parroco a Mortora e parroco a Schiazzano di Massa Lubrense, infine nel 2005 il ritorno nella natia Capri come Parroco della chiesa di Marina Grande. Don Vincenzo lo ricordiamo come autore instancabile anche di numerosi testi di valore storico e antropologico, tra i tanti degno di particolare attenzione è il volume “Capri e la sua diocesi” (edito da Grimaldi & C. 2018), che documenta non solo la storia della diocesi caprese ma, attraverso l’analisi dei cognomi presenti sull’isola, gli stretti legami economici e socio-antropologici tra l’isola azzurra e la costiera amalfitana fin dal Medioevo.