La necessità di uno Stato che investa nella sanità pubblica

La necessità di uno Stato che investa nella sanità pubblica

25 Maggio 2024 Off Di Corrado Caso

La Storia recente così tormentata da dichiarazioni violente, intolleranze, ha traghettato un’idea di federalismo-separatismo dai toni brutali, il senso di uno scontro, la volontà di anteporre gli interessi regionali, la diversità geografica come nicchia di benessere da consolidare sulla disgregazione sociale e territoriale del paese. Diversamente l’ideale federalista nasce come volontà di aggregazione per estendersi nelle sue dimensioni e opportunità in una politica nazionale e sovranazionale.
Passato e presente… La chiamano “Autonomia differenziata”. Un escamotage della politica. Cambia il nome ma non la sostanza del progetto federalista.  Sono quelli di prima, quelli di sempre   che hanno, in questa fase politica, la capacità di materializzarsi per quanto dicono. A loro è data la realizzazione di un modello che può trasformare il nostro paese in una realtà regionale, comunale, in un diverso feudalesimo dove la sanità rischia di cadere ostaggio di interessi occultati, associazioni, cooperative, fondazioni, imprese multinazionali e un privato alienato dalle logiche del profit.  Di fronte alla febbre dell’oro, all’assalto alla diligenza del Sistema Sanitario Nazionale senza la speranza che arrivino “i Nostri” a difendere 4000.000 di italiani in povertà, risalta la necessità di uno Stato che tuteli e investa soldi e non parole nella sanità pubblica. Uno Stato flessibile, garante del diritto alla gratuità nel dare assistenza e salute.   Uno Stato garante della esigenza di un’autonomia condivisa a condizione che non venga meno il senso in quanto è stato realizzato: il bagaglio di salute che ha fatto di una nazione un modello di civiltà e tolleranza, di un popolo, esempio di longevità e vivacità intellettuale non disgiunto da una reale solidarietà della quale il medico di famiglia rappresenta il garante.
Fuori tema: Qualcuno scrive di un mondo al contrario al quale ci stiamo adattando. Normalizzati al contrario, a una normalità distorta, agli eventi che viviamo in questi anni, all’indignazione fugace. Tutto va bene Madama la Marchesa così viene rassicurato il popolo  facendogli credere che i ponti  cadono per eccesso di manutenzione, le montagne  franano perché hanno la piorrea, i treni  vanno in direzione opposta sullo stesso binario per incontrarsi e far socializzare i viaggiatori, il caporalato è necessario per innalzare il Pil , le violenze del sabato sera sono una provvidenziale valvola di sfogo per favorire l’equilibrio psichico  dei giovani strafatti da pizza, birra e “contorni vari…” le morti sul lavoro come soluzione al troppo   lavoro, e per finire, i medici fuggono lontano da  un paese lunatico che come una gruviera è ricco di buchi. Se il mare è sporco è colpa del bagnino che non lo ha lavato.