118, il paziente Covid nei giri viziosi “dell’organizzazione”

118, il paziente Covid nei giri viziosi “dell’organizzazione”

19 Gennaio 2022 0 Di Gaetano Milone

Un Sos particolare, lanciato da chi ventiquattro ore su ventiquattro è abituato a riceverli e  a “correre” in soccorso di chi ha bisogno di assistenza sanitaria immediata ed il più delle volte sfoga le proprie tensioni e preoccupazioni sugli incolpevoli e coraggiosi soccorritori. In un sistema sanitario spesso governato e condizionato da scelte politiche scellerate perché non fatte sul campo o per garantire interessi diversi. Sintomatico (è il caso di dirlo) di una situazione ai limiti della logica o del buon senso (è un eufemismo) l’ultimo ordine di servizio del  dottor Giuseppe Galano, direttore 118 Napoli. “Dalle ore 14 di giovedì 13 gennaio – scrive il dottor Galano –  il P.O. San Giovanni Bosco sarà attivo quale covid hospital. I pazienti potranno accedere solo per trasporto tramite Servizio 118 di tipo secondario e solo in caso di accertata positività al tampone molecolare e per il ricovero la Centrale operativa del 118 dovrà accertarsi prima della disponibilità di posti letto liberi, poi nel caso il paziente sia stato prelevato a casa dal 118 primario e abbia la necessità di ricovero, il paziente dovrà prima fare un primo passaggio con il 118 primario presso  il P.S. del Pellegrini per la registrazione, dove sarà compilata la cartella e farà una EGA, dopodiché la stessa ambulanza del 118 primario trasporterà il paziente al San Giovanni Bosco (a fine operazione l’ambulanza dovrà essere sottoposta a sanificazione!). Per il trasporto secondario – conclude il direttore del 118 – si attenueranno i Protocolli già presenti in centrale”. Una sorta di “facite ammuina” a dimostrazione di una “disorganizzazione organizzata”.

“Sempre in prima linea, ventiquattro ore su ventiquattro, oggetto troppo spesso di minacce ed in alcuni casi di aggressioni – spiega  con dovizia di particolari il dott. Manuel Ruggiero, Presidente dell’Associazione “Nessuno Tocchi Ippocrate” siamo  “abbandonati” a noi stessi malgrado rivestiamo un ruolo importantissimo “di primo intervento” a tutela della salvaguardia della vita umana”.

 “Le noti dolenti di un servizio essenziale come il 118 – aggiunge il dott. Ruggiero – vanno individuate, tra l’altro, nelle carenze di infermieri 118, con concorsi aperti alla Vanvitelli e Federico II senza che si attinga alla graduatoria  -(600 i partecipanti alla Vanvitelli, presi solamente 150) – ,  carenza di medici 118 ,disparità di trattamento economico tra i primi (22-23 euro ad ora) ed i medici impegnati nelle Usca ,(40 euro l’ora), ridotta presenza dei medici Usca per riconversione in medici vaccinatori, mancanza di fornitura DPI ai medici di base che giustamente non visitano pazienti a domicilio , ridotto uso dell’Automedica (tranne nell’Asl Na2), che con il medico a bordo visita a domicilio il paziente  “.

 Criticità peraltro avanzate da sempre anche per altri Centri operativi del 118. Nell’Asl Na 3 Sud, come anche in altri ospedali vengono lamentate le file di ore per accedere ai pronto soccorsi che tengono ferme  le ambulanze  anche per una giornata, ( l’ospedale Covid di Boscotrecase addirittura ne è sprovvisto ed i ricoveri vanno “prenotati” da altri ospedali mentre permangono sul territorio “ospedali vuoti”, non utilizzati, tipo Pollena e Vico Equense.