
Virus Mpox, trasmissione attiva in 19 Paesi africani
15 Luglio 2025Il virus Mpox continua a circolare a livello globale con diversi cladi attivi in più aree geografiche. È quanto emerge dal 55° situation report dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), aggiornato all’11 luglio 2025, che fornisce un quadro dettagliato sull’andamento dell’epidemia nei Paesi colpiti, con focus specifico sull’Africa.
Secondo il report, tutti i cladi noti del monkeypox virus (MPXV) – Ia, Ib e IIb – risultano attualmente in circolazione. La mancata interruzione della trasmissione da persona a persona continua a rappresentare un rischio di diffusione sostenuta nelle comunità.
Nelle ultime sei settimane, 19 Paesi africani hanno segnalato trasmissione attiva del virus. In particolare, il clade IIb è stato identificato in Africa occidentale, mentre in Africa centrale sono stati riportati sia casi da clade Ia sia da clade Ib. Nei Paesi dell’Africa orientale, i casi sono attribuiti al clade Ib.
L’andamento generale dei casi confermati nel continente africano mostra un trend in diminuzione, trainato dal calo osservato in Sierra Leone, Repubblica Democratica del Congo e da alcuni ritardi nelle segnalazioni. In quest’ultimo Paese, tuttavia, persistono difficoltà legate all’accesso ai test diagnostici.
Al contrario, si registra un incremento dei casi in Africa occidentale, con Guinea, Liberia e Togo che segnalano focolai in crescita dovuti alla variante clade IIb. Il report include un’analisi epidemiologica dedicata alla situazione in questi tre Paesi.
In Cina, sono stati notificati nove nuovi casi di mpox da clade Ib rispetto al precedente aggiornamento. Alcune indagini epidemiologiche sono ancora in corso e, in attesa di ulteriori elementi, lo stato di trasmissione del clade Ib nel Paese è attualmente classificato come “sconosciuto”.
Nel report si evidenzia anche una segnalazione retrospettiva dalla Turchia, che ha notificato all’Oms un caso confermato di mpox da clade Ia diagnosticato nell’ottobre 2024. Il paziente era un viaggiatore proveniente dalla Repubblica Democratica del Congo. Nessuno dei contatti sottoposti a monitoraggio ha sviluppato la malattia.
Il documento include infine una sintesi della quarta riunione del Comitato di emergenza IHR (2005), convocata il 5 giugno 2025 per discutere l’attuale fase di incremento dei casi.
Il report sottolinea la necessità di interventi rapidi nei contesti di trasmissione attiva e il rafforzamento della sorveglianza molecolare, al fine di contenere la diffusione e prevenire una potenziale endemizzazione su scala più ampia.