Trapianti, Italia sul podio mondiale
1 Novembre 2025L’Italia si conferma tra i Paesi leader al mondo nella donazione e nel trapianto di organi, con risultati che la collocano ai vertici delle classifiche internazionali. Secondo l’ultima edizione della Newsletter Transplant del Consiglio d’Europa, il nostro Paese è secondo al mondo per numero di trapianti di fegato, dietro soltanto agli Stati Uniti, e settimo per i trapianti di cuore. A certificarlo sono anche i dati del Centro nazionale trapianti (Cnt), che per il 2024 parla di un anno record, con 4.642 trapianti realizzati, in aumento del 3,9% rispetto al 2023. Nel 2024 sono stati 3.165 i donatori segnalati nelle rianimazioni italiane (+2,3%) e 1.730 quelli effettivamente utilizzati (+3,6%), con un’età media di 62,6 anni. “I numeri del report europeo e quelli pubblicati dal Centro nazionale trapianti testimoniano l’impegno costante della rete nazionale e il valore di una collaborazione che coinvolge istituzioni, professionisti sanitari, volontari e cittadini”, ha dichiarato Giuseppe Feltrin, direttore generale del Cnt. Tra gli elementi chiave del sistema, spiega, ci sono “la capacità di ampliare il pool dei donatori grazie al lavoro della task force nazionale di valutazione del rischio, e la crescita della donazione a cuore fermo, ormai una realtà consolidata”.
Il tasso di donazione nel nostro Paese è stato di 29,5 donatori per milione di abitanti, valore che colloca l’Italia seconda tra i grandi Paesi europei, dietro la Spagna (48), ma davanti a Francia (28,3), Regno Unito (19,2) e Germania (10,9). Allargando lo sguardo al continente, precedono l’Italia solo Portogallo (33,5), Repubblica Ceca (32), Belgio (31,7) e Croazia (29,8). Un segnale di vitalità arriva anche dalle donazioni a cuore fermo, cresciute del 34,6% in un anno, fino a raggiungere 284 prelievi, pari al 16,4% del totale delle donazioni di organi. L’Italia, sottolinea il Cnt, registra l’aumento più significativo tra i grandi Paesi europei, a eccezione della Spagna, e applica una normativa particolarmente rigorosa che prevede 20 minuti di osservazione prima della dichiarazione di decesso con criteri cardiaci (contro i 5-10 minuti medi negli altri Paesi).
A guidare la classifica dei centri trapianti italiani nel 2024 è la Città della Salute e della Scienza di Torino, con 440 trapianti eseguiti, seguita dall’Ospedale di Padova (413) e dall’Ismett di Palermo (276). Torino detiene anche il primato per i trapianti di fegato (179), mentre Padova guida per i trapianti di rene (217) e polmone (41). Il Policlinico di Bari è primo in Italia per trapianti di cuore (73), e il San Raffaele di Milano per quelli di pancreas (14). Complessivamente, sono stati realizzati 179 trapianti in urgenza nazionale (75 di fegato, 86 di cuore, 14 di polmone, 4 di rene) e 191 pediatrici (79 di fegato, 76 di rene, 32 di cuore, 4 di polmone). Nonostante i numeri record, restano oltre 8.000 i pazienti italiani in lista d’attesa per un trapianto d’organo. Secondo i dati del Cnt, a fine 2024 erano 8.024 le persone in attesa, con tempi medi di 3 anni per un trapianto di rene, 1 anno e 7 mesi per il fegato, 3 anni e 4 mesi per il cuore e 2 anni e 5 mesi per il polmone. Tempi che si riducono drasticamente per chi è inserito in urgenza nazionale: l’attesa media è di 2 giorni per il fegato, 5-6 giorni per rene e polmone e 10-11 giorni per il cuore. Per Feltrin, “i dati del 2024 e quelli preliminari del 2025 confermano la forza di un sistema che cresce nella complessità e nella capacità di risposta. Con una rete capillare, protocolli aggiornati e un’attenzione costante ai bisogni dei pazienti, l’Italia rafforza il suo ruolo tra i Paesi leader nella donazione e nel trapianto, trasformando ogni donazione in una concreta possibilità di vita”.


