Tirzepatide: i dati real world confermano l‘efficacia, ma emergono segnali su eventi avversi
29 Dicembre 2025Un recente studio ha valutato la sicurezza di tirzepatide per stimare il rischio specifico associato al farmaco attraverso il Disproportionate Reporting, calcolando i Reporting Odds Ratios (ROR) e confrontandoli con quelli di altre classi terapeutiche, tra cui GLP-1 RA, insulina, metformina e SGLT-2 inibitori.
Tirzepatide è un agonista duale dei recettori GIP e GLP-1, approvato nel 2022 per il trattamento del diabete di tipo 2 e nel 2023 per l’obesità. Gli studi clinici ne hanno dimostrato una superiore efficacia nel controllo glicemico e nella riduzione del peso corporeo rispetto ad altre terapie, con un profilo di sicurezza sovrapponibile a quello degli agonisti GLP-1. Con la crescente diffusione del farmaco, l’attenzione si è ora spostata sui dati provenienti dall’esperienza clinica reale.
I ricercatori hanno utilizzato il database FAERS (FDA Adverse Event Reporting System), analizzando le segnalazioni di eventi avversi raccolte tra il 2004 e il 2023.
Nel complesso, tirzepatide è stato associato a oltre 20.000 segnalazioni di eventi avversi, riferite a più di 1.400 tipologie di evento. La maggior parte delle segnalazioni riguardava reazioni nel sito di somministrazione e problemi legati all’iniezione (38%), seguite da disturbi gastro-intestinali (17%) e da alterazioni della nutrizione e del metabolismo, come la denutrizione (12%).
Nel confronto con tutti gli altri farmaci considerati nel loro insieme, numerosi eventi gastro-intestinali hanno mostrato un Disproportionate Reporting significativo. Tra questi figurano diarrea, nausea, dispepsia, stipsi, reflusso gastro-esofageo, riduzione dello svuotamento gastrico ed eruttazione, quest’ultima con un ROR particolarmente elevato. Sono emersi segnali anche per pancreatite, colica biliare e, seppur con numeri molto bassi, per retinopatia diabetica e carcinoma midollare della tiroide.
Il confronto diretto con altre classi farmacologiche ha però ridimensionato alcuni di questi dati. Rispetto agli altri agonisti GLP-1, tirzepatide è risultato associato a una maggiore probabilità di eruttazione, stipsi e disturbi gastro-intestinali, ma a una minore frequenza di nausea, vomito, pancreatite, reflusso gastro-esofageo, noduli tiroidei e retinopatia diabetica. Il rischio di carcinoma midollare della tiroide è apparso sovrapponibile a quello dei GLP-1 RA, con valori leggermente inferiori rispetto a liraglutide e semaglutide.
Rispetto a metformina, SGLT-2 inibitori e insulina, tirzepatide ha mostrato una maggiore incidenza di eventi avversi gastro-intestinali, ma un rischio minore o sovrapponibile per retinopatia diabetica e pancreatite. Per quanto riguarda la patologia epato-biliare, non è emerso un aumento significativo ad eccezione della colica biliare; tuttavia, l’analisi del dato composito di “malattia della colecisti e delle vie biliari” suggerisce un incremento complessivo della probabilità di eventi.
L’analisi per sesso ed età ha evidenziato differenze rilevanti: le donne presentavano una minore probabilità di diversi disturbi gastro-intestinali e di pancreatite, ma una maggiore probabilità di nausea. Nei soggetti sotto i 65 anni si è osservata una maggiore frequenza complessiva di segnalazioni, mentre alcuni eventi risultavano più comuni nei più anziani, probabilmente anche per il maggiore carico di comorbidità e terapie concomitanti.
Gli esperti sottolineano che i dati devono essere interpretati con cautela: una parte delle segnalazioni proviene anche da pazienti e caregiver ed è potenzialmente influenzata dall’attenzione mediatica.
Secondo gli autori, i risultati confermano un aumento complessivo della probabilità di eventi avversi, nel confronto con le altre terapie, il profilo di rischio di tirzepatide appare comunque favorevole e, in molti casi, migliore rispetto a quello dei GLP-1 RA tradizionali, sia nei pazienti con diabete sia in quelli con obesità.



