Stefano Coppola, il “medicattore”:  amo gli animali, in particolare i gatti

Stefano Coppola, il “medicattore”: amo gli animali, in particolare i gatti

6 Agosto 2025 Off Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

 

Medico ed attore Stefano Coppola ha una grande abilità nell’interpretazione di ruoli impegnati con particolare predilezione per l’improvvisazione.

Scrittore e drammaturgo in autunno sarà impegnato nel ruolo di un serialkiller ottocentesco e reciterà senza veli.

 Lei come percorso di studi ha scelto senz’altro uno dei più duri: sei anni di laurea per il corso di laurea base più quattro o cinque di specializzazione. Stesso dicasi per la sua passione che la spinge alla recitazione ed alla scrittura teatrale. Sono conciliabili i due percorsi così impegnativi o, come tutti siamo portati a pensare nel momento in cui scatta l’impegno per il teatro, lei deve, necessariamente congelare la sua attività medica?

Si, sono due percorsi egualmente lunghi e complessi. Cerco di conciliare entrambi, con risultati non sempre brillanti (ride ndr.). Però non potrei farne a meno: la recitazione mi fornisce la carica emotiva per affrontare la professione medica, oltre ad avermi dato gli strumenti emotivi per vivere la vita in reparto, soprattutto nel rapporto con i pazienti. E questo è un aspetto che nessuna università insegna ai futuri medici, purtroppo.

Quando ha scoperto di avere questa sua “vocazione” per la medicina e quando si è sviluppata questa sua abilità nel calcare le scene?

In realtà non amo la parola “vocazione”, mi fa ridere pensare che un ragazzino di 18 anni sente una “chiamata sacra” che lo spinge verso una qualsiasi professione. Nel mio caso la scelta della Medicina è stata puramente utilitaristica: ero indeciso tra più percorsi e ho optato per quello che offriva un futuro stabile e remunerativo. Poi c’è stato l’imprevisto: l’incontro con il teatro. È accaduto proprio alla facoltà di Medicina. C’era un corso facoltativo tenuto dal Professor Ciro Gallo, insegnante di Biostatistica e grande appassionato di teatro, e dal maestro Salvatore Cardone, pedagogo teatrale ed ex insegnante della Silvio d’Amico, che aveva come obiettivo di insegnare la comunicazione e migliorare il rapporto medico paziente tramite la recitazione. E da allora non ho più abbandonato questo mondo.

In altre parole la Medicina è stata una scelta di testa, la recitazione una scelta di cuore.

Considerato che lei può esprimere un parere nella sua doppia veste di medico ed attore, cosa pensa della teatro terapia?

È uno strumento terapeutico molto efficace ma ancora sottovalutato. Ne ho potuto constatare l’efficacia non solo per il benessere psicologico e la crescita personale, ma anche per quello fisico. Persino con pazienti con patologie reumatiche estremamente debilitanti ha degli effetti stupefacenti.

È un peccato che ci sia ancora un’aura di scetticismo a riguardo, soprattutto da parte degli operatori sanitari. In futuro infatti mi piacerebbe dedicarmi alla divulgazione di questo tipo di trattamento.

 Per svolgere le sue due professioni ha sicuramente bisogno di stare in forma magari seguendo un adeguato regime alimentare ed una opportuna attività fisica, ce ne vuole parlare?

Certamente, del resto il corpo è lo strumento di lavoro dell’attore. E anche come medico mi sentirei piuttosto ipocrita se non seguissi uno stile di vita sano.

Non seguo una dieta specifica. Cerco di mangiare di tutto in maniera equilibrata. E mi concedo anche qualche sfizio di tanto in tanto, evitando gli eccessi. Per quanto riguarda l’attività fisica invece, mi alleno regolarmente tre volte a settimana. E anche ogni training teatrale prevede una parte fisica. All’inizio mi stupii per quanto si corra a teatro!

Medicina e Recitazione. Sono attività che potrebbero riempire più di una vita. Nonostante ciò lei è riuscito a trovare spazio per hobbies?

Si, o almeno ci provo (ride ndr.). Nel tempo libero ho dei passatempi piuttosto da nerd: amo il modellismo, i giochi da tavolo, i GDR stile Dungeons & Dragons. Sono un avido lettore, dai manga ai classici della letteratura. E amo gli animali, in particolare i gatti. A casa ne ho tre e ne vorrei ancora!

Vorrei ringraziarvi calorosamente per questa intervista, sono state domande molto interessanti e originali. E, se possibile, vi vorrei dare appuntamento al prossimo autunno a Roma con “Sarcofagia”, un monologo scritto e diretto da Antonio Mocciola, di cui sarò protagonista sulla vera storia di Vincenzo Verzeni, il primo Serial killer e caso mediatico della storia Italiana.