Sepsi neonatale, 800mila morti l’anno

Sepsi neonatale, 800mila morti l’anno

15 Settembre 2025 Off Di La Redazione

Ogni anno la sepsi provoca oltre 11 milioni di decessi nel mondo, pari a circa il 20% di tutte le morti globali. Tra i più colpiti ci sono i neonati: si stimano 5 milioni di casi di sepsi neonatale e circa 800mila decessi ogni anno. La Società Italiana di Neonatologia (SIN), in occasione del World Sepsis Day del 13 settembre, richiama l’attenzione su prevenzione, diagnosi precoce e formazione come strumenti indispensabili per ridurre l’impatto di una sindrome che resta tra le principali cause di morte anche nei Paesi ad alto reddito.

La sepsi si determina quando la risposta immunitaria dell’organismo a un’infezione è tale da danneggiare organi e tessuti, portando a shock e insufficienza multiorgano, fino anche al decesso. I microrganismi responsabili di sepsi possono essere trasmessi al neonato dalla madre nel periodo perinatale o essere acquisiti successivamente durante la degenza in ospedale. I neonati sono particolarmente suscettibili alle infezioni a causa della non completa maturazione del sistema immunitario. Il rischio è tanto maggiore quanto più il neonato nasce prematuramente e tanto minore è il suo peso alla nascita. Infatti, il ricovero in Terapia Intensiva Neonatale e le procedure invasive, pur rendendosi necessari per garantire l’assistenza e la sopravvivenza dei neonati più vulnerabili, incrementano ulteriormente il rischio di sviluppare una sepsi.

Nonostante i notevoli progressi delle cure perinatali e neonatali, la sepsi interessa globalmente oltre il 2% dei nati, con una mortalità variabile tra il 10 e il 20%, per cui rappresenta una delle principali cause di morte neonatale anche nei paesi con maggiori risorse. La prevalenza della sepsi aumenta notevolmente nei neonati prematuri e di peso molto basso (fino al 20 % nei neonati con peso alla nascita inferiore a 1500 g), così come la mortalità e gli altri esiti determinati dalla sepsi (fino oltre il 35% nei neonati con peso alla nascita inferiore a 1500 g).

“I neonati, e in particolare quelli prematuri, di peso molto basso alla nascita e ricoverati in Terapia Intensiva Neonatale (TIN), rappresentano la categoria di pazienti più vulnerabili e più esposti alle infezioni”, afferma il Prof. Massimo Agosti, Presidente SIN. “Dobbiamo investire nella prevenzione, nella continua formazione degli operatori sanitari, ma anche nell’informazione ai genitori, individuando tempestivamente i casi, per interventi precoci che ne riducano la gravità e la diffusione”.

“I segni clinici sono inizialmente aspecifici e non facili da identificare, per poi evolvere molto rapidamente e drammaticamente, spesso non consentendo l’avvio tempestivo di un trattamento efficace”, continua Agosti. “Un’ulteriore minaccia è rappresentata dalla crescente emergenza di microrganismi resistenti alle principali classi di antimicrobici disponibili. La sperimentazione di nuove molecole è lunga e costosa, e ancor di più la loro validazione per l’uso in epoca neonatale”.

Lo strumento più efficace è, quindi, la rigorosa applicazione di misure di prevenzione e controllo delle infezioni, attraverso una molteplicità di interventi coordinati, dal lavaggio delle mani alle altre misure igieniche, dall’accurato monitoraggio clinico dei neonati alle moderne metodiche molecolari di diagnosi rapida, dalla sorveglianza microbiologica dei reparti di neonatologia al corretto utilizzo degli antibiotici (stewardship antimicrobica), alla gestione dei posti letto e del personale sanitario, mantenendo sempre un corretto rapporto infermieri/pazienti, garanzia di qualità e sicurezza delle cure erogate.

“La formazione di tutti gli operatori sanitari che partecipano nell’assistenza ai neonati critici e il loro coinvolgimento attivo nei programmi di prevenzione e controllo delle infezioni è un presupposto essenziale per garantirne l’efficacia e ridurre la prevalenza della sepsi e della mortalità neonatale ad essa correlata”, conclude il Prof. Mario Giuffrè, Segretario del Gruppo di Studio di Infettivologia neonatale della SIN. “Anche il coinvolgimento dei genitori è essenziale nel ridurre il rischio di sepsi: l’adesione allo screening materno durante la gravidanza è molto efficace nel ridurre il rischio di sepsi ad esordio precoce e l’allattamento al seno materno fornisce immunità passiva contro molti patogeni e potenzia le difese del neonato, riducendo il rischio di sepsi ad esordio tardivo, anche nel neonato pretermine”.

 

 

 

 

 

 

 

Fonte: https://www.doctor33.it/articolo/65402/sepsi-neonatale-800mila-morti-lanno-sin-fondamentali-prevenzione-e-diagnosi-precoce