Seppur con riserve, Nursing Up sottoscrive il nuovo contratto della sanità

Seppur con riserve, Nursing Up sottoscrive il nuovo contratto della sanità

28 Ottobre 2025 Off Di La Redazione

Il sindacato Nursing Up, su convocazione dell’Aran, ha annunciato ieri di aver apposto la propria firma definitiva al contratto della sanità 2022-2024. Una scelta coerente con quanto già annunciato a giugno, spinta dalla conquista  della progressione di carriera, con l’accesso all’Area di Elevata Qualificazione per tutti i professionisti sanitari ex legge 43/2006, oltre agli altri interventi normativi a beneficio dei lavoratori.

«Con le nuove norme sulla carriera, siamo riusciti a ottenere un risultato che apre finalmente prospettive a chi per anni è rimasto invisibile – afferma Antonio De Palma, presidente del Nursing Up – ma, sia chiaro, questo contratto non è affatto risolutivo. È solo un punto di partenza: i veri giochi si faranno con il prossimo CCNL».

Il sindacato indica, oltre alla concreta valorizzazione di infermieri e professioni sanitarie ex legge 43/2006,  uno degli altri obiettivi prioritari: la valorizzazione dei nostri laureati magistrali con l’ingresso nell’area della dirigenza. «Dare carriera a tutti i nostri professionisti sanitari resta la nostra missione, ognuno nel posto che gli compete, che compete ai suoi sacrifici e alle sue competenze, e allora puntiamo a riconoscere anche chi ha raggiunto i più alti livelli formativi. Si apre una nuova stagione di confronto e battaglie sindacali, più intensa che mai».

Non manca il riferimento alla triste attualità politica che ha regalato nuove amare sorprese: «Questa manovra – conclude De Palma – rappresenta l’ennesima delusione, tra promesse evaporate, come quella sulla libera professione degli infermieri, dietro front e stipendi fermi al palo, con aumenti irrisori e un previsto piano di assunzioni del tutto insufficiente nel numero, e non certo risolutivo rispetto alla carenza di professionisti. Ci aspettiamo di tornare presto al tavolo più battaglieri che mai, perché la sanità non può più attendere».