
Scrivere con l’intelligenza artificiale? Il cervello si spegne
2 Luglio 2025È stato pubblicato nei giorni scorsi uno studio che indaga gli effetti neurocognitivi dell’uso dell’intelligenza artificiale nei compiti di scrittura. I risultati hanno rilevato variazioni misurabili nell’attività cerebrale e nelle performance cognitive, facendo molto scalpore, ma come ricorda un articolo pubblicato dal Post, si tratta di uno studio del Mit Media Lab in preprint e quindi la ricerca, firmata da Nataliya Kosmyna, Pattie Maes e altri autori, non è ancora stata sottoposta a peer review, cioè non ha ancora superato i processi di verifica da parte della comunità scientifica. Ma che cosa è emerso?
Lo studio ha coinvolto 54 partecipanti, suddivisi in tre gruppi: uno ha utilizzato un modello linguistico di grandi dimensioni (LLM) per scrivere saggi, uno si è avvalso di un motore di ricerca, e uno ha scritto senza alcun supporto esterno (Brain-only). Tutti hanno affrontato tre sessioni nello stesso assetto, con una quarta sessione che prevedeva l’inversione dei gruppi LLM e Brain-only.
L’attività cerebrale è stata monitorata tramite elettroencefalografia (EEG). Le performance linguistiche sono state valutate con strumenti di elaborazione del linguaggio naturale (NLP), e sottoposte al giudizio di insegnanti e di un sistema automatizzato.
I dati EEG hanno evidenziato differenze marcate nella connettività cerebrale: i partecipanti Brain-only hanno mostrato le reti neurali più attive e diffuse, seguiti da chi usava motori di ricerca. I soggetti che scrivevano con l’ausilio di un LLM hanno registrato la connettività più debole. Nella quarta sessione, chi passava da LLM a Brain-only mostrava un coinvolgimento cerebrale ridotto, con bassa attivazione nelle aree frontali e parietali.
Al contrario, i soggetti passati da Brain-only a LLM mantenevano un’attivazione più elevata, simile al gruppo Search. I risultati comportamentali hanno rilevato inoltre un minore senso di proprietà dei testi nel gruppo LLM, che faticava a ricordare o citare con precisione i contenuti scritti.
Pur offrendo vantaggi immediati in termini di rapidità e produttività, l’uso sistematico dell’AI ha prodotto, nel corso di quattro mesi, segnali coerenti di riduzione dell’impegno cognitivo e neurale, sollevando interrogativi sulle implicazioni educative a lungo termine.