Scoperti i “guardiani del sistema immunitario”
30 Dicembre 2025L’anno che sta per concludersi sarà segnato da una pietra miliare nel processo di conoscenza scientifica in ambito immunologico e reumatologico: la scoperta delle cellule T regolatrici e del gene FOXP3, evidenze che hanno chiarito cosa sia l’equilibrio immunologico e come il nostro sistema immunitario anziché combattere verso l’esterno, a volte diventi aggressore di sé stesso.
Il Premio Nobel per la Medicina 2025 è stato assegnato agli immunologi Mary E. Brunknow (biologa molecolare, USA), Fred Ramsdell (immunologo, USA) e Shimon Sakaguchi (immunologo, Giappone) per aver svelato i meccanismi di tolleranza immunitaria periferica, che spigano come il sistema immunitario evita di attaccare i propri tessuti e le proprie cellule, come accade nelle malattie autoimmunitarie (artrite reumatoide, lupus, tiroiditi, diabete, etc.). Questa scoperta inerente le cellule T regolatrici e del gene FOXP3 apre la strada a nuove terapie per le malattie autoimmuni, i tumori e i trapianti.
C’è un meccanismo per cui il nostro sistema immunitario riesce a capire chi è il nemico da eliminare e chi no: ogni nostra cellula ha una sorta di targa (sistema HLA) che gli consente di essere riconosciuta come “self”, viceversa le cellule estranee (microbi, virus, batteri, cellule neoplastiche) vengono riconosciute come estranee, non-self, e, normalmente, attaccate dal sistema immunitario per essere eliminate. Tuttavia, talvolta questo meccanismo non funziona e la risposta del sistema immunitario si scatena contro cellule proprie, generando le malattie autoimmuni, nelle quali alcuni auto-anticorpi colpiscono cellule di organi quali la tiroide, il collagene, i muscoli, gli epatociti, etc.
Negli anni ’90 e 2000 i tre suddetti ricercatori hanno svelato pezzi diversi ma complementari di questo meccanismo alterato: Sakaguchi (Università di Osaka) fu tra i primi a scoprire le cellule T regolatorie ed il loro ruolo nella soppressione delle risposte auto-aggressive. Brunkow ((Seattle) e Ramsdell ( Washington) hanno poi collegato le mutazioni del gene FOXP3 a gravi sindromi autoimmuni, dimostrando il ruolo essenziale di questo gene per lo sviluppo e la funzione delle cellule T-reg.
Fino agli inizi degli anni’90 si conoscevano solo i linfociti T-helper e i T-Killer quali attori del processo di tolleranza immunitaria; con la scoperta dei nuovi “guardiani” del sistema immunitario, si è compreso che le cellule T regolatorie sono fondamentali per impedire che il corpo attacchi i propri tessuti: una funzione di freno del sistema immunitario, che gli impedisce di reagire in modo eccessivo.
Diversi studi hanno dimostrato che le persone affette da alcune malattie autoimmuni (diabete di tipo 1, sclerosi multipla, LES, AR) hanno spesso un numero insufficiente di cellule T-reg, suggerendo ricerche innovative sull’autoimmunità e terapie specifiche. La modulazione delle cellule T-reg rappresenta la speranza di nuove prospettive terapeutiche: ad esempio, nell’artrite reumatoide refrattaria e nel diabete di tipo 1 sono in corso trial sperimentali per cercare di rimodulare la loro efficacia o di espanderle, così da aiutare il nostro sistema immunitario a controllare l’autoimmunità.
Ricerche sperimentali riguardano la ingegnerizzazione delle cellule T-reg, con l’inserimento sulla loro superfice di anticorpi specifici, o la produzione di molecole-farmaci in grado di simulare la loro funzione.



