Sapri, chiusura Punto nascita e riduzione d’organico: la Cgil Fp chiede incontro urgente

Sapri, chiusura Punto nascita e riduzione d’organico: la Cgil Fp chiede incontro urgente

7 Settembre 2025 Off Di La Redazione

La nota, a firma di Domenico Vrenna RSU aziendale, Massimino Voza, coordinatore Dirigenza medica, Antonio Capezzuto, segretario generale FP CGIL, inviata al direttore generale,  direttore amministrativo, al direttore sanitario, al direttore G.R.U., al direttore sanitario del Presidio Ospedaliero di Sapri, al direttore Dipartimento Salute della Donna, Bambino, a tutti i lavoratori, dell’Asl Salerno, ed al sindaco di Sapri.
La recente chiusura del Punto Nascita dell’ospedale “Dell’Immacolata” di Sapri, in provincia di Salerno, disposta con delibera della Regione Campania n. 418 del 23 giugno 2025, in applicazione del Decreto Ministeriale n. 70/2015, rappresenta un atto che colpisce profondamente un intero territorio e la sua comunità. La motivazione legata alla mancata soglia dei 500 parti annui, che impedirebbe il mantenimento del servizio secondo le disposizioni ministeriali, non tiene conto della complessità territoriale e della condizione strutturale di aree come il Golfo di Policastro, dove l’accesso ai servizi sanitari è già fortemente limitato.
In questo contesto, va riconosciuto che la successiva approvazione della legge regionale dell’8 luglio 2025 – con cui la Regione Campania ha incluso Sapri tra le cosiddette “zone disagiate”, insieme ad altre realtà territoriali – rappresenta un atto di attenzione istituzionale importante. Tale scelta intende rispondere alle oggettive criticità oro-geografiche e infrastrutturali dell’area, dimostrando la volontà di sostenere e tutelare un presidio sanitario essenziale per la sicurezza e la salute della popolazione.
Questa situazione evidenzia con forza un’urgenza non più rinviabile: la necessità di un’azione concreta e coordinata da parte del Governo centrale, che assuma l’iniziativa istituzionale di garantire il diritto alla salute in modo uniforme su tutto il territorio nazionale. In particolare, va sostenuta con forza la richiesta di deroga in relazione al Punto Nascita di Sapri, affinché non sia sacrificato un presidio essenziale di prossimità che ha garantito nel tempo la sicurezza delle nascite per le comunità locali. L’assenza di un intervento strutturale rischia di determinare non solo un vuoto assistenziale ma anche una frattura sociale, privando le famiglie del diritto di nascere nel proprio territorio e alimentando un senso di abbandono istituzionale.
A ciò si aggiunge la concreta preoccupazione legata alle ricadute occupazionali. La chiusura del Punto Nascita ha già prodotto tensioni organizzative nel reparto di Ostetricia, con la prospettiva del trasferimento di una quota significativa del personale sanitario attualmente in servizio: si parla di circa il 50% del personale infermieristico, ostetrico e OSS, una riduzione insostenibile per garantire la qualità e la sicurezza delle cure.
Tale ipotesi non può essere considerata solo come una dinamica interna di rimodulazione delle risorse, ma come una questione che impatta direttamente sulle condizioni di lavoro, sui diritti contrattuali e sulla tenuta complessiva del servizio sanitario locale.
In questo contesto, il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del Comparto Sanità 2019–2021, all’articolo 4, prevede che il sistema delle relazioni sindacali sia finalizzato al consolidamento di un confronto responsabile tra le parti, orientato alla qualità dei servizi e alla valorizzazione del personale. Il confronto è uno strumento non opzionale, ma obbligatorio ogni qualvolta vengano adottate scelte organizzative che incidono su assetti e condizioni occupazionali. In particolare, l’articolo 6, stabilisce che le organizzazioni sindacali hanno diritto ad essere preventivamente informate e ad attivare un confronto, da concludersi entro 30 giorni. In assenza di tale confronto, ogni provvedimento unilaterale risulta lesivo delle prerogative sindacali e contrario allo spirito del contratto collettivo.
Alla luce di quanto sopra, si chiede l’immediata apertura di un tavolo di confronto, con il coinvolgimento della Direzione strategica aziendale, delle rappresentanze regionali competenti e delle organizzazioni sindacali, al fine di discutere in modo trasparente e partecipato le prospettive occupazionali del personale coinvolto, le ricadute organizzative sui reparti e le misure necessarie a tutelare il presidio sanitario di Sapri. Un confronto che non può più essere rinviato, perché riguarda non solo la tenuta del servizio sanitario ma anche il diritto di lavoratrici e lavoratori a essere coinvolti nelle scelte che determinano il proprio futuro professionale.
Si richiede, inoltre, l’immediato ripristino delle funzioni ordinarie dell’Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia del presidio ospedaliero di Sapri, attualmente penalizzata dalla sospensione del solo Punto Nascita, al fine di garantire la continuità assistenziale e la piena operatività di un servizio essenziale per il territorio.
Contestualmente, si diffidano i responsabili aziendali dal procedere con la sciagurata ipotesi di trasferimento di circa il 50% del personale infermieristico, ostetrico e OSS, misura che avrebbe effetti devastanti sull’organizzazione interna e sulla qualità dell’assistenza erogata. Qualora dovessero permanere atteggiamenti di chiusura e mancata apertura al confronto, saranno attivate tutte le forme di protesta e gli strumenti di legge a tutela dei diritti dell’utenza e dei lavoratori.
Confidiamo che le istituzioni preposte sappiano assumersi la responsabilità politica e amministrativa di garantire una soluzione sostenibile, equa e condivisa, a tutela di un diritto fondamentale quale è quello alla salute e al lavoro in condizioni dignitose.
In attesa di un riscontro urgente e concreto, si resta disponibili a partecipare a ogni utile momento di confronto e condivisione, con l’obiettivo comune di difendere il valore della sanità pubblica, la dignità del lavoro, i diritti dei dipendenti e della comunità locale.