Riabilitazione a lungo termine per pazienti colpiti da ictus
8 Dicembre 2025È disponibile online il documento dal titolo “La presa in carico riabilitativa nell’assistenza a lungo termine delle persone sopravvissute a un ictus“, elaborato dall’Alleanza italiana per le malattie cardio-cerebrovascolari, patto volontario sottoscritto tra Ministero della Salute, Società scientifiche, Associazioni dei pazienti e altri Enti operanti nel settore finalizzato a favorire la prevenzione e il contrasto delle citate patologie.
L’ictus rappresenta una delle principali cause di morte e disabilità in Italia e nel mondo, oltre a essere responsabile di un considerevole carico sociale (burden) per le persone colpite, i familiari e altri caregiver.
Negli ultimi decenni si è osservata nel nostro Paese una notevole riduzione dei tassi di mortalità e di ospedalizzazione per malattie cerebrovascolari, che è stata favorita dal miglioramento delle misure preventive, terapeutiche e assistenziali di queste patologie e dei correlati fattori di rischio. Tuttavia la diminuita mortalità e l’aumento della proporzione di anziani nella popolazione generale hanno contribuito, nel tempo, all’incremento della prevalenza e della disabilità provocata da tali patologie.
Sebbene molto sia stato migliorato nell’ambito sia della prevenzione primaria che della gestione della fase acuta dell’ictus, la presa in carico globale della persona sopravvissuta a questo evento cerebrovascolare rappresenta attualmente una importante problematica di sanità pubblica, anche in termini di disomogeneità di accesso sul territorio nazionale, e include aspetti correlati alla definizione e all’attuazione di programmi di riabilitazione personalizzati e alla disponibilità di servizi dedicati, che possono migliorare sensibilmente gli esiti clinici, le condizioni generali di salute e la qualità della vita di questi pazienti.
Il documento si propone, quindi, di affrontare la tematica della riabilitazione a lungo termine delle persone sopravvissute a un ictus per contribuire a ottimizzare la gestione del post-ictus riducendo le conseguenze socio-sanitarie di una patologia così grave e diffusa.


