Ospedale Pozzuoli, denervazione renale per i pazienti ipertesi

Ospedale Pozzuoli, denervazione renale per i pazienti ipertesi

15 Settembre 2025 Off Di La Redazione

Un innovativo approccio terapeutico riduce il rischio  infarto e ictus tra il 20 ed il 30%.

Nel reparto di Cardiologia con UTIC ed Emodinamica, dell’ospedale Santa Maria delle
Grazie di Pozzuoli, diretto dal Dr. Marco Boccalatte, è disponibile il trattamento di
“denervazione renale” per trattare pazienti affetti da ipertensione arteriosa “non
controllata”. Questa procedura interventistica agisce disattivando i nervi vicini ai reni,
responsabili di un aumento della pressione arteriosa e si affianca alla terapia farmacologica
anti ipertensiva in casi particolari. Infatti, esiste una percentuale non trascurabile di pazienti
che non risponde in maniera efficace e stabile alla terapia farmacologica ottimale (che
spesso comprende oltre 4 classi di farmaci) e che quindi rimane ad alto rischio di eventi
avversi come infarto, ictus e scompenso cardiaco.
La procedura
La denervazione renale è un intervento minimamente invasivo che mira ai nervi localizzati
intorno alle arterie renali, i quali possono diventare iperattivi e causare l'ipertensione. Dopo
la sedazione, il medico pratica una piccola puntura, di solito nell'inguine, e inserisce un
catetere di appena 2 mm nell'arteria che porta al rene. Si utilizza un catetere a
radiofrequenza per ridurre l’attività dei nervi collegati al rene, senza impiantare alcun
dispositivo.
Importanza dell’ipertensione
Si stima che circa 1,28 miliardi di adulti (di età compresa tra i 30 e i 79 anni) in tutto il mondo
siano affetti da ipertensione. Tuttavia, l’ipertensione non è diagnosticata in circa il 50% dei
pazienti e nel restante 50% è trattata e ben controllata solo nel 20% dei casi (NCD Risk
Factor Collaboration Lancet 2021; 398: 957–80). Aumentare la consapevolezza è
fondamentale per affrontare il problema dell’ipertensione, dato che è prevenibile, rilevabile
e curabile. Curare in maniera efficace l’ipertensione riduce le complicanze cardiovascolari.
Conferme scientifiche
“È clinicamente provato che la procedura di denervazione renale per il controllo della
pressione arteriosa aiuta a ridurre l’ipertensione, il che può contribuire a mitigare gravi rischi
per la salute L’ipertensione arteriosa è un fattore di rischio determinante di complicanze
cardiovascolari per i pazienti in tutto il mondo. Per le persone affette da ipertensione, i
farmaci e i cambiamenti nello stile di vita possono aiutare a ridurre la pressione sanguigna,
ma per molti pazienti queste soluzioni da sole potrebbero non essere sufficienti dichiara il
Dr. Marco Boccalatte, Cardiologo, Responsabile della Cardiologia con UTIC ed
Emodinamica del PO Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli”.
“In qualità di specialista dell’ipertensione ed Emodinamista, aggiunge – esiste ora una
terapia efficace e sicura da affiancare alla terapia farmacologica. Infatti 8 pazienti su 10
trattati ottengono una significativa riduzione dei valori pressori dopo il trattamento”.
“Abbiamo constatato che la procedura di Denervazione Renale contribuisce al controllo
dell’ipertensione in aggiunta ai cambiamenti dello stile di vita e alla gestione dei farmaci
ed appare promettente nel controllo della progressione della malattia cardiorenale”.
“Oggi abbiamo a disposizione una terapia innovativa, sicura ed efficace per il trattamento
dell’ipertensione resistente. – spiega il dottor Stefano Messina, medico Cardiologo del Santa
Maria delle Grazie – si tratta di una procedura minimamente invasiva durante la quale, con
un dispositivo spiraliforme, viene erogata energia a radiofrequenza (RF) termo-ablando i
plessi nervosi renali disposti attorno alle arterie e mantenendo inalterata la funzionalità
dell’organo”.
Prima di questa procedura non esistevano trattamenti oltre a quello farmacologico. La
riduzione della pressione arteriosa è particolarmente importante nei pazienti in politerapia,
ma anche – come esplicitato dalle nuove Linee-Guida Europee – in quelli a rischio
cardiovascolare molto elevato ed in terapia con meno di tre farmaci, perché migliora la
prevenzione di complicanze secondarie all’ipertensione quali l’infarto del miocardio, l’ictus
cerebrale e l’emorragia cerebrale” – continua il dottor Messina.
“Sensibilizzare la popolazione sul rischio dell’ipertensione è il primo passo di una strategia
efficace di prevenzione cardiovascolare – aggiunge ancora il dottor Boccalatte – l’efficacia
dell’intervento di denervazione è ampiamente dimostrata ed è uno strumento in più che
possiamo offrire alla popolazione per ridurre gli effetti negativi di questa condizione sulla
salute. Basti pensare che con una riduzione di 10 mmHg di pressione arteriosa sistolica si ha una riduzione del rischio di infarto e ictus tra il 20 e 30%, conclude il Responsabile del
Reparto di Cardiologia .