
Nei e tumori della pelle: i medici di famiglia in prima linea
21 Agosto 2025Accordo Integrativo Regionale per la Medicina Generale: AFT, Case di comunità Hub e spoke come risposta alla prevenzione e diagnosi precoce nei tumori della pelle, con riduzione costi e liste d’attesa
Sta tenendo banco a livello nazionale tra FIMMG, Regione Veneto e Ministero Salute una discussione sull’accesso compreso o no nei Lea della mappatura dei nei, come programma di screening e prevenzione delle lesioni della pelle. Dotare i medici di famiglia di dermatoscopi, formarli affinché possano individuare, già durante le visite ordinarie che svolgono ai loro pazienti, casi sospetti ed inviarli solo se necessario a visita di secondo livello. È questa la proposta che arriva dalla Fimmg e che vede ancora una volta la Campania tra le regioni maggiormente attive nel proporre un nuovo ruolo della medicina generale. «Non si tratta di sostituire i dermatologi, ma solo di sostenerli, evitando il sovraccarico delle liste d’attesa», spiega la dottoressa *Marcella Brasiello* – medico di medicina generale e specialista in dermatologia. «Anche grazie a sistemi di intelligenza artificiale, i medici di famiglia possono costituire una prima linea importante per la prevenzione del melanoma». Insomma, i medici di famiglia possono e devono giocare un ruolo determinante nel realizzare, presso i loro studi e nelle AFT, esami diagnostici di I livello, migliorando così l’assistenza ai cittadini, la sostenibilità del sistema sanitario pubblico e riducendo le liste d’attesa. «Il nuovo nomenclatore nazionale non ha eliminato l’esame della mappatura dei nei – spiega il segretario regionale vicario *Luigi Sparano* – bensì lo ha ricondotto nell’ambito della prima visita dermatologica, rendendolo quindi parte integrante di un percorso più completo e strutturato rispetto al passato. Un passo avanti importante, che tuttavia sollecita una riflessione: perché non dotare di dermatoscopio gli studi dei medici di famiglia, consentendo un primo screening dei pazienti e un celere invio a visita specialistica, se necessaria?». Un investimento che significherebbe non solo salvare vite grazie alla diagnosi precoce, ma anche alleggerire le liste d’attesa e garantire sostenibilità economica al sistema sanitario regionale. Un percorso che non è nuovo alla medicina generale partenopea: anni fa, grazie alla visione della compianta professoressa Gabriella Fabbrocini, la categoria avviò un progetto pionieristico, che ha portato risultati meritevoli di una pubblicazione scientifica, in collaborazione con i dermatologi della Federico II di Napoli per intercettare precocemente i nevi sospetti. Un’esperienza che oggi rappresenta un modello a cui ispirarsi per rilanciare la integrazione tra territorio e specialistica. «Realizzare questo percorso significherebbe anche ricordare nel migliore dei modi l’impegno di Gabriella Fabbrocini, che credeva nella collaborazione tra diverse figure professionali e nel lavoro di squadra e che la vedeva impegnata in prima linea su tutte le iniziative di prevenzione e di miglioramento dell’accesso alle cure», prosegue Sparano. Dalla Fimmg Campania si sottolinea, inoltre, come il rinnovo dell’Accordo Integrativo Regionale per la medicina generale possa essere l’occasione per tradurre questa prospettiva in realtà. In generale, non solo per la dermatologia, dotare gli studi dei medici di famiglia di strumenti diagnostici di I livello significa offrire ai cittadini una sanità più vicina, più efficiente e capace di affrontare con forza la sfida della prevenzione e fare strada all’integrazione tra ospedale e territorio. «È l’unica strada per migliorare l’assistenza, sostenere le casse del sistema sanitario e ridurre drasticamente le liste d’attesa, in coerenza con l’obiettivo di uscire dai piani di rientro non che quest’ultimo ne limiti l’attuazione».