Natale e sicurezza alimentare
13 Dicembre 2025Maria Triassi: «Lo street food un patrimonio della nostra cultura, bene i controlli serrati per evitare rischi».
«È fondamentale il lavoro che le autorità sanitarie fanno ogni giorno, e ancor più nel periodo natalizio, per garantire ai tantissimi turisti e ai cittadini che le attività di street food nelle aree più frequentate di Napoli e della provincia lavorino rispettando le regole». Maria Triassi, professoressa di Igiene e Medicina Preventiva e Referente CRIPAT commenta con favore i controlli organizzati dal Dipartimento di Prevenzione dell’Asl Napoli 1 Centro attraverso le sue articolazioni : Servizi Igiene degli Alimenti e Nutrizione (SIAN Direttore Alfredo Savarese), Servizi Veterinari Igiene degli Alimenti di origine Animale (SVET B Direttore Luciano Nettuno) e il Centro di Riferimento Regionale per la Sicurezza Alimentare nella ristorazione Pubblica e collettiva e nelle produzioni Agroalimentari tradizionali (CRIPAT Direttore Giovanni Battista Varcasia). La Triassi ricorda che lo street food è parte della cultura partenopea ma può essere molto pericoloso se non sono rispettate rigorosamente le norme igieniche. Un tema centrale ancor più a ridosso delle festività, quando il centro storico, i Decumani e il lungomare si riempiono di turisti e cittadini in coda davanti a bancarelle e chioschi. Tra i dati emersi nel corso del summit partenopeo quelli relativi all’attività del Comando Carabinieri NAS, che ha intensificato i controlli su food truck, sagre e manifestazioni di street food in tutta Italia, con sequestri di alimenti non conformi e strutture irregolari per centinaia di migliaia di euro. A Napoli, già nel 2024 erano state sequestrate tre tonnellate di carne destinate allo street food, in un impianto abusivo in condizioni igieniche del tutto inadeguate. «Ad oggi non ci sono ragioni di allarme, anzi il centro storico è uno dei luoghi più controllati da questo punto di vista, ma non si può mai abbassare la guardia». Proprio perché lo street food è un patrimonio prezioso «non possiamo permetterci zone grigie sulla sicurezza alimentare». «I fatti di quest’estate dimostrano che il rischio non è teorico: un’inadeguata formazione degli operatori del settore alimentare, una cattiva gestione della catena del freddo, preparazioni improvvisate, locali abusivi e prodotti senza tracciabilità possono trasformare un momento di convivialità in un’emergenza sanitaria», sottolinea ancora Triassi. «Il botulino è raro, ma quando si presenta può avere conseguenze gravissime. Non è la sola tossinfezione alimentare temibile e non è neanche la più frequente. I germi in causa sono molti ed ecco perché il rispetto delle norme igieniche in tutte le fasi della preparazione e distribuzione degli alimenti diventa cruciale». Da qui il richiamo alla responsabilità condivisa. «La sicurezza alimentare è una garanzia di qualità e competitività – aggiunge Triassi –. Investire nella formazione degli operatori del settore alimentare è un guadagno e non una perdita».



