Napoli, la sanità degli scandali: i danni al SSN

Napoli, la sanità degli scandali: i danni al SSN

12 Maggio 2025 Off Di La Redazione

Chi ruba agli altri è un ladro, chi ruba ai malati è un assassino.

 

Con un sistema assisteziale che quasi non riesce a garantire l’essenziale, c’è ancora chi delinque a danno di tutti. Putroppo è amaro ma è proprio così. C’è ancora chi specula, convinto che la sanità può essere considerata alla stregua di una “vacca da mungere”.

Associazione per delinquere finalizzata al falso ideologico e materiale, corruzione, e truffa aggravata in danno del Servizio sanitario nazionale. Sono queste le contestazioni mosse dal gip di Napoli a 70 indagati tra Napoli e Salerno destinatari di misure cautelari in corso di esecuzione.

Tra i 70 destinatari di misure cautelari emesse dal gip di Napoli (19 in carcere e 51 ai domiciliari) per ipotesi di reato diverse tra cui corruzione, peculato e truffa al servizio sanitario nazionale, ci sono medici dell’Asl Napoli 1, imprenditori del settore delle pompe funebri e dipendenti del Comune di Napoli. Gli inquirenti contestano anche il reato di associazione a delinquere perché il gruppo ha creato un sistema che in tutta la città ha creato una rete offriva servizi che andavano dai certificati medici che attestavano che un defunto era deceduto a casa a false patologie per avere il tagliando che consente di parcheggiare nelle aree per invalidi.

 Per la documentazione falsa prodotta dal gruppo che comprendeva medici dell’Asl Napoli 1, imprenditori delle pompe funebri e dipendenti del Comune di Napoli, arrestati ieri, come riferisce l’Agi, nell’ambito di una indagine della procura retta da Nicola Gratteri, era stato stabilito un tariffario: 50 euro per il certificato di decesso per cause naturali e 70 euro per l’esame del Dna utile per la cremazione.

Gli oltre 300 casi emersi nei due anni di indagini sono concentrati nel distretto di via Chiatamone, a Napoli, dell’Asl Napoli 1 Centro. L’indagine che ha portato a misure cautelari per 67 persone, ha preso il via da una segnalazione del direttore generale della Asl, dopo un esposto anonimo. Gli indagati, tra cui 5 dirigenti medici e una trentina di imprenditori, devono rispondere a vario titolo di associazione per delinquere, falso ideologico, corruzione, peculato, false attestazioni e truffa aggravata al Servizio Sanitario Nazionale.