Il crepuscolo del Sistema sanitario italiano

Il crepuscolo del Sistema sanitario italiano

13 Luglio 2025 Off Di Corrado Caso

L’ultima richiesta, a conclusione di una fredda giornata d’inverno infetta dagli umori dell’influenza, è uno spaccato interessante e inedito, un modo diverso e non usuale di interpretare l’arte di Esculapio. Forse accade per una familiarità medico-paziente strutturata in tanti anni di assistenza. Una vecchina mi chiama a telefono e con parlare concitato mi chiede come fare a uscire dal portone del suo palazzo e venire allo studio per essere visitata. Un pastore tedesco, un cane, in questo caso, poco investigatore e tanto meno Commissario come la finction televisiva riesce a trasformare gli animali, ma randagio e livido di “rabbia” contro il genere umano che lo ha abbandonato, dopo averlo illuso giurando come lui aveva giurato eterna fedeltà, le sorride accattivante mostrandole cinquecento denti affilati come bande chiodate. Avrei potuto svirgolare dal problema e dire di non essere un accalappia cani o un domatore di animali.
Un fatto divertente, apparentemente, di poco conto che racconto come aneddoto e riflessione su quanta medicina “alternativa” sia fatta la nostra professione. Una “alternativa” che non ricordo di aver studiato sui sacri testi ma di averla rubata in strada, in quel contatto con le persone e i loro problemi: la famiglia, il fitto di casa, la precarietà dei giovani, la solitudine degli anziani, le tante scale e l’ascensore guasto, il mutuo e, dulcis in fundo, la salute e le tasse. Un mondo variegato per il quale occorre prescriver(ci) compresse di antidepressivi e ansiolitici a base di saggezza e sopportazione. Siamo alla ricerca di uno snodo alle tante contraddizioni della nostra società.
Piove: ombrelli e agnelli del dipinto di Giacomo Balla “la fila dell’agnello” non sono sufficienti per tutti. Per assonanza e deformazione professionale guardando il dipinto di Balla scatta un flash mentale con le file del Cup (Centro unico prenotazioni). Eppure, tra Balla e il Cup c’è, l’intelligenza artificiale, l’evoluzione tecnologica e in alcune zone più “fortunate” si è risolta la mancanza di ombrelli   e agnelli perché non piove secondo natura ma piovono missili super sonici e la fame sparisce di colpo. Per gli altri sono file interminabili per comprare salute e benessere, file lunghe come le litanie dei Santi. Alla fine, non ce n’ è per tutti e non tutto è per le tasche di tutti! Le strutture sanitarie pubbliche sono fatiscenti e, molto spesso, mancano i presidi essenziali. Per carenza di posti letto si soffre su una barella di un Pronto Soccorso e i medici sono esausti e a tempo determinato o vittime dell’affaticamento decisionale. Ma il tempo delle urgenze è un tempo che non giustifica e …non dà tempo. Si smantella il sistema sanitario nazionale a favore della sanità privata. È il gioco delle tre carte dove vince puntualmente l’interesse dei furbi del quartierino
Sul tormentato palcoscenico della salute, la professione sanitaria è   un intreccio di tutto e niente, di amore e ricusazione, precarietà e certezza, attese e pretese, vita e morte ma il più delle volte, di una provvidenziale corrispondenza tra medicina, virtù e ascolto. Il primo livello nell’immaginario collettivo è il medico di famiglia! Parte della bella Italia ricca di storia, umanità e perché no di contraddizioni capace di offrire assistenza e salute in forma opportuna e indiscriminata.
Ora lasciatemi vivere il tramonto dei nostalgici come alternativa a un mondo afflitto da mille problemi esistenziali e in perenne agonia.  Tra un missile e un drone c’è chi aumenta inesorabilmente la già elevata temperatura   per soffocarci con l’effetto serra o investe, il capitale salute, in armi di distruzione di massa.
A proposito mi chiederete come si risolse la vicenda della vecchina e del… fortunatamente il cane era anoressico