Medici, forti differenze di stipendio tra le Regioni
5 Novembre 2025La retribuzione media dei medici dipendenti del Servizio sanitario nazionale varia in modo marcato tra le Regioni. Lo riporta un articolo pubblicato su ItaliaOggi sulla base di un’elaborazione del Centro di ricerca Rep-Fondazione Etica su dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze 2023. L’analisi riguarda i medici dipendenti del SSN, senza distinzione per specialità o anzianità di servizio, e include le componenti fisse e accessorie della retribuzione lorda annuale.
Il dato nazionale si attesta su 89.678 euro lordi annui, ma con scarti rilevanti: i medici della Provincia autonoma di Bolzano risultano i più retribuiti (155.354 euro), seguiti da Trento (113.392 euro) e Basilicata (99.832 euro).
All’estremo opposto la Sardegna, dove lo stipendio medio si ferma a 74.672 euro, seguita da Toscana (83.950 euro) e Puglia (85.113 euro). Nel Nord quasi tutte le Regioni superano la media nazionale, mentre nel Centro la situazione è più omogenea (tra 85 e 90 mila euro). Il Sud resta invece più frammentato, con alcune eccezioni positive come Basilicata e Molise.
Secondo l’articolo di ItaliaOggi, la variabilità non si spiega solo con il divario Nord-Sud ma anche con diverse politiche aziendali e modalità di erogazione dei compensi accessori da parte delle strutture sanitarie.
Gli interventi previsti nella Manovra
Nel Documento programmatico di bilancio 2026-2028, illustrato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, il Governo ha stanziato 4 miliardi di euro fino al 2028, di cui 2,4 miliardi già nel 2026 per il comparto sanitario.
Le risorse saranno destinate in primo luogo a ridurre le liste d’attesa e a rafforzare il personale del Servizio sanitario nazionale, con l’assunzione prevista di 2.300 medici e 9.700 infermieri e tecnici sanitari entro il prossimo anno.
Sul fronte retributivo, la Manovra prevede aumenti medi di 220 euro lordi al mese per i medici e 110 euro per gli infermieri, con l’obiettivo di rendere il pubblico più competitivo rispetto al privato e ai sistemi esteri.
Tra le novità in discussione figura anche una indennità mensile tra 246 e 1.825 euro lordi per i medici che scelgano di rinunciare alla libera professione lavorando esclusivamente nel servizio pubblico. Per gli infermieri, invece, è allo studio la possibilità di svolgere attività libero-professionale anche restando dipendenti del Ssn.
Secondo ItaliaOggi, tali misure potrebbero contribuire a ridurre le disuguaglianze retributive e territoriali, ma serviranno interventi strutturali su organizzazione del lavoro, mobilità del personale e politiche di carriera per garantire una reale omogeneità del trattamento economico e professionale su tutto il territorio nazionale.



