
Medici di famiglia, Schillaci: riqualificare la medicina generale per rilanciare il Ssn
16 Agosto 2025“Il medico di base deve restare il primo presidio per il cittadino”. Lo ha dichiarato il ministro della Salute Orazio Schillaci nel suo intervento alla XXVI edizione di Salute Direzione Nord, in corso al Belvedere di Palazzo Lombardia. Al centro del suo intervento, la necessità di una riforma della medicina generale, in un contesto in cui cresce la disaffezione dei giovani verso la professione di medico di famiglia.
Il ministro ha annunciato l’intenzione di intervenire sulla formazione, con una riqualificazione della scuola di medicina regionale, che preveda una maggiore attrattività economica del percorso formativo, rendendolo più allineato a quello delle specializzazioni. Tra le proposte, anche l’introduzione di un doppio canale per i futuri medici: la possibilità di scegliere tra la convenzione tradizionale e l’assegnazione alle Regioni, che potranno così disporre dei professionisti dove più necessario, incluse le strutture territoriali come case e comunità della salute.
“La carenza di personale – ha aggiunto Schillaci – non è tanto numerica, quanto localizzata in alcune specialità. Per questo abbiamo aumentato le borse di studio nelle discipline meno scelte, come radioterapia e anatomia patologica, fondamentali per l’oncologia moderna”. Sul fronte infermieristico, il ministro ha parlato di una carenza “strutturale e diffusa a livello europeo”, annunciando misure per rendere più attrattiva la laurea in scienze infermieristiche e rafforzare le prospettive di carriera nel SSN.
Ampio spazio anche ai temi dell’innovazione, della digitalizzazione e della prevenzione. “Ricerca e innovazione sono investimenti che generano efficienza e salute – ha affermato – mentre la digitalizzazione e la telemedicina rappresentano strumenti per colmare i divari territoriali, al pari delle autostrade nel dopoguerra”.
Infine, Schillaci ha riaffermato l’impegno del Governo per il contenimento delle liste d’attesa, il prolungamento dello scudo penale per i medici nel 2025 con l’obiettivo di renderlo definitivo, e la disponibilità a gestire nuove emergenze umanitarie. “La salute non è di destra né di sinistra – ha concluso – e la sanità italiana dimostra ogni giorno la propria eccellenza”.