Mauro Cannoletta, il calcio come scuola di vita

Mauro Cannoletta, il calcio come scuola di vita

14 Maggio 2022 0 Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

“La grande popolarità del calcio nel mondo non è dovuta alle farmacie o agli uffici finanziari, bensì al fatto che in ogni piazza, in ogni angolo del mondo c’è un bambino che gioca e si diverte con un pallone tra i piedi”. (ZDENEK ZEMAN)

Oggi parliamo di Covid, sport e salute con un maestro di questo sport: Mauro Cannoletta.

La fase pandemica più acuta sembra essere oramai alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio ed il disagio legato alle severe misure restrittive?

Per quanto riguarda i problemi che il corona virus ha creato allo sport io devo dire che per quanto riguarda la società che rappresento abbiamo sempre cercato di allenarci in tutte le categoria senza l’utilizzo degli spogliatoi e con l’utilizzo dei tamponi rapidi solo per prima squadra e Junores. In questo modo i contagi che hanno interessato la nostra società in due anni di pandemia non hanno superato le 10 unità. Lo sport è stato fortemente penalizzato con uno stop delle attività di quasi 6 mesi complessivi in due anni e quando ci è stato concesso di riprendere l’attività mi sono assunta ogni responsabilità e ho fatto in modo che tutti si allenassero.

Insieme alle restrizioni i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto a quello, cosiddetto, minore. Cosa è successo, in particolare, nella sua specialità?

Io credo che la politica non fosse preparata a questa pandemia e ha fatto veri e proprio disastri nel mondo sportivo. Per quanto riguarda i vertici della FIGC, hanno ultimato l’opera facendo scelte assurde e insensate. Per quanto riguarda la mia società, siamo stati danneggiati in modo eccessivo in quanto con la pandemia è stato deciso di sospendere i campionati e di retrocedere le ultime 4 classificate dal campionato di serie D, a 12 giornate dalla fine.

Vergognoso.

Chi è stato, in famiglia o fra gli amici, a spingerla verso l’attività agonistica? Oppure si è trattato di una sua “folgorazione”, magari guardando ai modelli dei grandi campioni?

È 12 anni che gestisco la società del Villafranca calcio e inizialmente l’ho fatto per gioco, adesso per me è diventata una missione sociale prima di tutto e poi una grande passione.

Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?

La forza di volontà insieme alla competenza e aggiungerei anche all’esperienza è la parte fondamentale che ti consente di raggiungere obiettivi importanti e soddisfazioni incredibili. Noi quest’anno abbiamo vinto due campionati (Eccellenza e Junores élite) e queste vittorie non arrivano a seguito di investimenti importanti ma a seguito di anni di lavoro.

Se dovesse dare qualche “consiglio utile” ai ragazzi  che si avvicinano alla sua specialità, cosa suggerirebbe?

Un grande filosofo diceva “ quello che so nella vita l’ho imparato dal calcio. Credo che il calcio sia prima di tutto una scuola di vita perché impone educazione, serietà, dedizione e tanta passione. È uno sport sano e come tutti gli sport aiuta a stare in forma e ad essere in salute. Credo che il calcio sia uno sport meraviglioso e poi essendo uno sport di gruppo, si possono condividere tutte le emozione con amici e compagni.