
Liste attesa, Schillaci: inappropriatezza prescrittiva tra le cause
1 Luglio 2025 Off Di La RedazioneAlla base delle liste d’attesa che affliggono il Sistema Sanitario Nazionale non c’è solo la scarsità di personale e risorse, ma anche un “evidente incremento di prescrizioni non necessarie”. Lo ha sottolineato il ministro della Salute Orazio Schillaci, in un’intervista a Il Messaggero, rilanciando un messaggio chiaro alla comunità medica: “Assicuriamoci che ogni cittadino riceva solo le prestazioni di cui ha realmente bisogno, nei tempi giusti”.
Il tema dell’appropriatezza prescrittiva, evitato nel recente decreto sulle liste d’attesa per non alimentare la percezione di un taglio indiscriminato alle prestazioni, resta comunque centrale nell’agenda ministeriale. Secondo Schillaci, gran parte delle prescrizioni in eccesso deriva da fenomeni di medicina difensiva: “I medici, spesso sotto pressione, ricorrono a esami e visite per proteggersi da potenziali denunce”. A tal fine, il ministro conferma l’intenzione di rendere strutturale lo scudo penale per i sanitari: “Vogliamo che i medici siano più sereni nell’esercizio della professione. Ma l’appropriatezza deve essere anche supportata dalle nuove tecnologie”. Tra le soluzioni prospettate: l’uso dell’intelligenza artificiale per aiutare il medico a identificare prestazioni realmente necessarie; un approccio educativo nei confronti della popolazione, per contrastare l’automatismo “più esami = più sicurezza” e la riduzione del carico burocratico per liberare tempo clinico utile.
Sul fronte delle risorse umane, il ministro distingue tra medici e infermieri: “Dobbiamo rendere la professione medica più attrattiva, offrire più flessibilità, carriera e retribuzioni adeguate. Alcune specializzazioni non vengono più scelte e su quelle dobbiamo intervenire con incentivi economici”. Per gli infermieri, si guarda anche all’estero per il reclutamento, ma resta cruciale la valorizzazione delle competenze interne e il rilancio dei corsi di laurea in scienze infermieristiche. Infine, sul futuro della medicina del territorio, Schillaci ha garantito che le Case di comunità, con il coinvolgimento dei medici di medicina generale, saranno operative entro giugno 2026. “Il cambiamento è in corso. Ma il contributo di ogni professionista è essenziale per far funzionare davvero il sistema”.
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