Lettera aperta al presidente della Giunta Campana Roberto fico
22 Dicembre 2025 Off Di Pasquale Persico*Egregio presidente
la sanità campana vive oggi una crisi profonda, strutturale e morale, che non può più essere derubricata a semplice inefficienza amministrativa. È una crisi che colpisce i cittadini più fragili, mortifica i professionisti corretti e alimenta un sistema che premia scorciatoie, privilegi e disuguaglianze.
Le liste d’attesa rappresentano il simbolo più evidente di questo fallimento: mesi, talvolta anni, per una prestazione diagnostica o specialistica essenziale. Ancora più grave è la situazione delle prestazioni odontoiatriche, di fatto quasi del tutto negate nel servizio pubblico e lasciate esclusivamente al mercato privato e privato convenzionato, Difatti, trasformando il diritto alla salute in un bene per pochi.
È inaccettabile che, a fronte dell’esistenza di una commissione regionale dedicata, da oltre nove anni non sia stato ancora definito quali prestazioni odontoiatriche debbano essere garantite ai cittadini in condizione di disagio sociale, lasciando un vuoto normativo che penalizza i più deboli e alimenta disuguaglianze intollerabili.
A tutto questo si aggiunge che è sotto gli occhi di tutti l’uso improprio delle strutture pubbliche da parte di un un numero significativo della dirigenza medica e di alcuni specialisti. Primari e specialisti – oculisti, fisiatri, ortopedici, oncologi – svolgono visite private per poi autorizzare in tempi rapidissimi ricoveri o percorsi assistenziali proprio nelle strutture pubbliche in cui lavorano. Questo meccanismo aggira le liste d’attesa, crea un evidente conflitto di interessi e determina una sanità a doppio binario: una per chi può pagare e una per chi, non potendo, è condannato ad aspettare mesi se non anni. Chi delinque deve essere sanzionato, e chi utilizza l’attività privata per alterare l’accesso al pubblico deve essere perseguito nelle sedi competenti. Al di là dei fatti di cronaca venuti alla luce, il mio giudizio è che il deprecabile fenomeno
sia molto più diffuso di quanto si creda. In questo contesto, viene sistematicamente disattesa la Legge 502/92, art. 15-decies, che impone a tutti i medici il rispetto dell’appropriatezza prescrittiva. Nella pratica quotidiana, però, questa responsabilità viene scaricata quasi esclusivamente sui Medici di Medicina Generale, trasformati in meri “riciclatori” di prestazioni improprie decise altrove, senza tutele e senza reale potere decisionale.
Presidente, la Campania ha bisogno di un cambio di paradigma netto rispetto all’amministrazione precedente. È necessario un controllo continuo, costante e rigoroso sull’operato degli attori coinvolti nel sistema assistenziale. La delega in bianco dell’amministrazione del Presidente Vincenzo De Luca ha prodotto disordine, disuguaglianze, deresponsabilizzazione diffusa e una profonda perdita di fiducia nel sistema sanitario regionale.
Particolarmente grave è la situazione legata all’AIR della Medicina Generale, firmato in fretta e furia prima del Suo insediamento. Un accordo che presenta criticità enormi e che rischia seriamente di far fallire il progetto delle Case di Comunità, aprendo invece la strada a cooperative private che risultano essere le uniche vere beneficiarie del sistema, creando una forma di pseudo-dipendenza del Medico di Medicina Generale. Tali criticità sono talmente evidenti che l’AIR sarà a breve impugnato nelle sedi opportune da circa 200 Medici di Medicina Generale, a testimonianza di un disagio profondo e diffuso che non può più essere ignorato.
I numeri parlano chiaro: a fronte di 705 carenze degli ambiti assistenziali (sedi del medico di famiglia), solo 335 medici hanno accettato le assegnazioni. Questo è un segnale inequivocabile di un sistema che non funziona e che, se non corretto, porterà alla fine della medicina di famiglia, una fine che nessuno può permettersi.
Presidente, oggi più che mai la sanità campana ha bisogno di regole chiare, controlli reali e scelte coraggiose. Non servono annunci, ma atti concreti. La salute non può essere terreno di rendita né strumento di potere: è un diritto costituzionale.
Confidiamo che il Suo mandato possa segnare una vera discontinuità, restituendo dignità ai professionisti e giustizia ai cittadini.
Con rispetto istituzionale, saluto cordialmente.
*Medico di Medicina Generale



