Ipertensione resistente, cura innovativa all’Aorn Caserta

Ipertensione resistente, cura innovativa all’Aorn Caserta

25 Luglio 2025 Off Di La Redazione

Si chiama denervazione renale la procedura innovativa praticata, nell’Azienda Ospedaliera “Sant’Anna e San Sebastiano” di Caserta, sui pazienti con ipertensione resistente, pazienti la cui pressione arteriosa resta alta nonostante l’assunzione di farmaci anti-ipertensivi.

Il trattamento, introdotto dall’Unità operativa di Cardiologia a direzione universitaria, è mininvasivo e bersaglia i nervi localizzati intorno alle arterie renali che possono diventare iperattivi e causare l’ipertensione. Dopo la sedazione del paziente, il medico pratica una piccola puntura, di solito nell’inguine, e inserisce, nell’arteria che porta al rene, un catetere a radiofrequenza di appena 2 mm finalizzato a ridurre l’attività dei nervi collegati al rene.

“Il catetere spiraliforme -spiega il prof. Paolo Calabrò, direttore del Dipartimento Cardiovascolare e dell’Unità operativa di Cardiologia a direzione universitaria dell’AORN di Caserta – eroga energia a radiofrequenza (RF), termo-ablando i plessi renali disposti intorno alle arterie e mantenendo inalterata la funzionalità dell’organo. L’intervento è sicuro ed efficace. Per molti pazienti affetti da ipertensione arteriosa -sottolinea lo specialista- i farmaci e/o il cambiamento dello stile di vita possono non essere sufficienti a ridurre la pressione sanguigna. In questi casi disponiamo oggi di un’opzione terapeutica innovativa, la denervazione renale, capace di controllare al meglio questo importante fattore di rischio”.

I pazienti con ipertensione resistente trattati con la nuova procedura nell’Azienda Ospedaliera di Caserta sono stati al momento cinque, tutti con esito positivo.

“Si stima che siano circa 10 milioni in Italia gli adulti tra i 30 e i 79 anni affetti da ipertensione, un problema molto diffuso – evidenzia il prof. Calabrò. Nei soggetti in politerapia e in quelli ad elevato rischio cardiovascolare la riduzione della pressione sanguigna è fondamentale, perché contribuisce a prevenire complicanze secondarie come l’infarto del miocardio, l’ictus cerebrale, l’emorragia cerebrale. Si consideri -conclude- che una riduzione di 10 mmHg di pressione arteriosa sistolica determina una riduzione del rischio di infarto e ictus in una percentuale oscillante tra il 20 e il 30%”.

Nell’AORN “Sant’Anna e San Sebastiano” l’introduzione del nuovo trattamento di cura si inserisce nel processo continuo, sostenuto dalla Direzione Strategica, di adozione e applicazione di metodiche avanzate da parte di tutte le discipline specialistiche dell’Ospedale di Caserta, nell’ottica di garantire ai pazienti le migliori soluzioni terapeutiche disponibili.