
Infermieri, in 35 anni stipendi ridotti fino a 16mila euro
5 Settembre 2025Gli stipendi degli infermieri hanno perso terreno negli ultimi 35 anni, con una riduzione che arriva fino a 16mila euro per un professionista con 40 anni di servizio. È quanto emerge da un focus del Centro studi Nursind, presentato dal segretario nazionale Andrea Bottega e dal consulente economico Girolamo Zanella.
Secondo l’analisi, il depauperamento è legato non solo alla carenza di risorse ma anche a scelte normative che, dal 1990 in poi, hanno inciso sui sistemi di inquadramento e sulla distribuzione delle risorse. “Senza spazio per il merito si è prodotto un appiattimento verso il basso, penalizzando i profili più qualificati” ha osservato Bottega.
I calcoli mostrano che per un ex livello 6 neoassunto la perdita complessiva è di circa 2.500 euro, mentre per un infermiere con 40 anni di anzianità supera gli 8.500 euro. L’effetto è accentuato dal progressivo restringimento del divario stipendiale: dal 70% del 1990 tra livello più alto e più basso si è passati al 26% del 2023 tra le nuove aree contrattuali.
Il focus evidenzia anche le ricadute delle riforme sugli istituti stipendiali integrativi. Tra gli esempi, la sostituzione del plus orario con il Fondo per la produttività: la perdita annua stimata supera i 1.500 euro per un’ora aggiuntiva a settimana in un neoassunto e arriva oltre i 6.000 euro per due ore in un infermiere con lunga anzianità. Penalizzazioni emergono anche sulle indennità accessorie, come quelle per il lavoro su triplo turno (-4,74 euro al giorno) e nei servizi di malattie infettive (-6,35 euro al giorno).
“Non possiamo restare inerti di fronte a questo quadro – ha commentato Bottega –. Serve invertire la tendenza, ad esempio facendo decollare l’area dell’elevata qualificazione e definendo un fondo contrattuale specifico per riconoscere economicamente i livelli più alti di formazione”.