Il mare, culla della vita e custode della nostra salute

Il mare, culla della vita e custode della nostra salute

23 Agosto 2025 Off Di Corrado Caso

È scritto sul libro dei fossili che 375 milioni di anni fa un pesce chiamato Biscir scorrazzava sulla terra ferma tuffandosi, a tempo perso, nel mare. Fisicamente ambivalente nuotava e passeggiava perché aveva collo e mani. Lo racconta il fisiologo e paleontologo Neil Shubin. Alla luce di questo ritrovamento Shubin concluse che Biscir avrebbe potuto impersonare l’essere vivente di transizione che ha preceduto l’uomo e nella scala dell’evoluzionismo che l’uomo discenda dai pesci.
“L’organismo umano non è che un acquario marino e il nostro ambiente interno non è che acqua di mare” conclude René Quiton, fisiologo e biologo francese. I principi costitutivi dell’acqua del mare sono in parte presenti nell’uomo. L’acqua è l’origine della vita. L’esplorazione spaziale alla ricerca di mondi abitati affonda nell’acqua la speranza di vita in altri pianeti. L’uomo passa dalla placenta dove si sviluppa per nove mesi per ricevere il battesimo dell’acqua che apre la porta al sabato “… che non ha sera (Sant’Agostino)”.
Il mare è una riserva termale di acqua minerale    clorurato-sodica, ipertonica, alcalina. È ricco di ioni di zolfo, argento, oro, arsenico, cobalto, piombo e tanti altri minerali che sono un serbatoio misterioso di attività benefiche per l’organismo. Il suo DNA è un intrico di quasi tutti i minerali codificati nella tavola periodica di Mendeleev.  Un mare di vita, ricco di sostanze organolettiche putrescenti che gli danno la caratteristica untuosità al tatto e un odore sgradevole al corpo di chi si immerge. Questo mare misterioso, immerso nel silenzio di una profondità voluta, nasconde e preserva la vita nella molteplicità delle specie che lo abitano.  Rinnova alla vista di chi lo contempla il senso delle proporzioni. Il gioco delle parti e delle energie in campo. La sua alterità è senza apartheid.  Coabita con tutti ma impone delle regole, sottoscrive un decalogo con l’uomo che da lui vuole ricevere i benefici effetti per la salute.  È forte, a volte impulsivo non ama   gli esibizionisti e gli imprudenti che lo costringono a contabilizzare ogni anno  un alto numero di morti annegati. Sono infatti molte centinaia in mare e una minore   percentuale in acque interne e in piscine. Molteplici le cause tra le quali le carrette del mare, vittime di un’onda maligna o di un cedimento strutturale che li affonda provocando un generale sdegno che dura il tempo dell’ipocrisia. Le morti per annegamento non sono “inevitabile fatalità”, ma una “malattia sociale”, come definite da Fulvio Ferrara, Enzo Funari e Dario Giorgio Pezzini, del Dipartimento Ambiente e Salute dell’Istituto Superiore di Sanità.
Diversamente, a parte il fenomeno migratorio di popoli perseguitati da “peste, fame et bellum”, continueremo ad assistere ogni anno a centinaia di annegamenti che accadono in quella gioiosa fascia di sconsideratezze e gioia di vivere compresa tra i 14 e i 29 anni.
La temperatura del mare è strettamente dipendente dal clima e, soprattutto, dall’azione del sole. Varia nel corso della giornata. Più fredda al mattino, si riscalda progressivamente per raffreddarsi nuovamente dopo le ore 17 del pomeriggio. Il bagno in acqua sia esso di mare, lago o fiume è un bagno freddo. Freddo come stress e potenziale causa di rischio per chi si immerge incautamente. Genera un violento riflesso vagale che produce  una riduzione drastica della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa. Un effetto il più delle volte momentaneo e senza conseguenze per quegli l’organismo non condizionati da fattori di comorbilità importanti. Sul palcoscenico della vita alcune volte si recita un dramma inatteso ma reso fatale dalla superficialità e disinformazione della gente. Si muore per imprudenza, per asfissia e ironia della sorte, in pochi centimetri d’acqua. Allora, non è salutare immergersi se si avverte una sensazione di freddo, di non perfetta salute o farlo se si è sudati o surriscaldati o ci si trovi in fase di digestione. Bagno e digestione…. Esistono molteplici opinioni degli studiosi sul reale rapporto tra cibo e immersione in acqua fredda ma prevalente, a mio parere, il vero giustificatore in materia, è il buon senso. Pasti leggeri perché dalla consistenza e qualità degli alimenti dipende la digeribilità degli stessi e il tempo di attesa per immergersi con tranquillità.  Ricapitolando: no a pranzi luculliani, ricchi di grassi e troppo conditi; no ad alcolici e bibite gasate, a bevande gelate causa   di possibili congestione digestive. La regola del bagno in acqua è “la lentezza”. È consigliabile entrare in mare lentamente e sostare in acqua bassa. Bagnarsi il viso, il torace, l’addome per attutire lo shock termico poi immergersi. L’ immersione tempra il corpo, stimola l’organismo che reagisce per contenere la brusca riduzione del calore corporeo. La respirazione diventa più frequente e profonda e si possono osservare occasionali e momentanei spot di aritmia cardio-respiratoria, vasocostrizione, elevazione della pressione arteriosa, contrazione muscolare. Ci troviamo di fronte a fenomeni del tutto transitori. Psicologicamente e fisicamente il bagnante ha una piacevole sensazione di euforia e benessere, uno stimolo muscolare e potrà praticare una ginnastica in movimento con il nuoto.
In linea prudenziale bisogna uscire dall’ acqua prima che insorga il secondo brivido con freddo, pallore, cianosi. Si tratta di un provvidenziale campanello d’allarme che indica un esaurimento termico dell’organismo. L’acqua del mare: il più grande serbatoio di acqua minerale lascia sull’organismo i suoi sali che hanno un’azione benefica e stimolano le terminazioni nervose della cute. È uno strato di salute che prende il nome dal suo scopritore di “mantello di Frankenhauser”. Potremmo definirlo l’ultimo dei benefici effetti del mare, Un ricordo che ci porteremo allontanandoci temprati da un’estate di luce. Poi verrà l’inverno con il suo freddo. Chiuderemo l’ombrellone e apriremo l’ombrello…