Il malato sanità: la Psichiatria dei … progetti

Il malato sanità: la Psichiatria dei … progetti

30 Aprile 2025 Off Di Antonio Magliulo

La sanità pubblica sempre più giù. Ci sono, invero, segmenti che reggono meno e segmenti che reggono di più ma, ormai, lo smantellamento del sistema sanitario pubblico è, praticamente, cosa fatta. Nei decenni, nel silenzio complice di chi avrebbe dovuto e potuto vigilare sulla reale destinazione dei fondi statali attribuiti alla sanità, abbiamo assistito ad una demolizione scientifica di pezzi fondamentali per la tenuta del sistema e poi agli ineluttabili “colpi di grazia” per cancellare quei “pezzi” giudicati poco performanti.

Appartiene a questa ultima fattispecie la Psichiatria della regione Campania. Su questo fronte, invero, non è che nelle altre regioni manchino i problemi ma, certamente, la realtà campana è tra le peggiori.

L’aumento consistente di reati gravissimi, soprattutto a danno delle persone – ne siamo convinti – sarebbe stato più contenuto se solo la gestione del servizio, segnatamente quello destinato ai pazienti psichiatrici acuti, fosse stata più vicina, e concretamente, ai bisogni dei cittadini. E questo solo per guardare ad un aspetto. Ed invece, tutto o quasi si è risolto nel mero disbrigo di pratiche burocratiche, ancorate saldamente alla medicina difensiva.

Carenza di personale con specialisti ed operatori che fanno a gara per trasferirsi in ambiti lavorativi meno logoranti, anche perché l’attività è priva di reali incentivi; scarsissime le risorse destinate (assolutamente insufficienti) che fanno della salute mentale la cenerentola delle branche specialistiche; pazienti che, sempre più, vengono “smistati”, pagando profumatamente, in quei cronicari psichiatrici dai quali quasi mai si esce, fosse solo per dimostrare che il percorso qualche volta funziona.

Nel marasma generale spicca la triste realtà di Terra di Lavoro, laddove il problema riveste carattere emergenziale, soprattutto dopo la chiusura del reparto per acuti – anno di grazia 2015 – allocato in alcuni locali dell’Aorn di Caserta ma sempre di pertinenza Asl. Dieci anni dopo nulla è stato fatto se non trasferire l’immenso bacino di utenza che serviva (oltre al comune capoluogo, Maddaloni, S. Maria Capua Vetere, Capua, S. Maria a Vico San Felice a Cancello…..) sull’unica struttura per acuti, più vicina, ad Aversa: quì ottenere un ricovero, con il “sempre pieno” ha del miracoloso.

L’altra struttura per acuti, incredibile ma vero, insiste nel Comune di Sessa Aurunca, più vicina ai comuni del basso Lazio che alla stragrande maggioranza dei municipi casertani.

Ci sono, per la verità, nell’Asl casertana un po’ di soldini da  spendere ma, a quanto pare, sono stati destinati alla realizzazione di progetti, progetti, progetti, progetti, progetti e … progettisti.