Il ginecologo Giorgio Colarieti lascia il “Ruggi” anzitempo
6 Dicembre 2025“La medicina non è un processo burocratico o un ingranaggio amministrativo”.
L’Azienda Ospedaliera Universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno perde un altro “pezzo”. Anche il ginecologo Giorgio Colarieti, fondatore del Centro di Procreazione Medicalmente Assistita ha rassegnato le dimissioni con effetto immediato e in anticipo rispetto al pensionamento. Dal 1 dicembre, per ragioni di natura etica e professionale, il dott. Colarieti ha lasciato l’Azienda Ospedaliera Universitaria salernitana.
La decisione resa in un lungo post sulla propria pagina social.
“Dal 1° dicembre 2025, in anticipo rispetto al mio possibile pensionamento, ho rassegnato le dimissioni dall’incarico di medico ospedaliero. È una decisione che ha preso forma lentamente, giorno dopo giorno, attraversando difficoltà crescenti e un cambiamento profondo nel modo di intendere la missione che dovrebbe unire, e non dividere, paziente e ospedale. Non sono mai riuscito ad accettare l’idea di essere considerato un dipendente di un’Azienda, e non più parte di un Ospedale nato per custodire la salute delle persone. Per me la medicina è sempre stata cura, presenza, ascolto, non un processo burocratico o un ingranaggio amministrativo. L’ho vissuta così, fino all’ultimo giorno: con la convinzione che il malato debba essere al centro, prima di tutto. A mia rassicurazione e consolazione, so di aver fatto tutto ciò che era nelle mie possibilità. Lascio una struttura di Procreazione Medicalmente Assistita costruita con anni di lavoro, sacrifici, gioie, notti insonni e, sì, anche lotte mediatiche. Una struttura che oggi cammina con passi sicuri, riconosciuta, solida, e con un tasso di gravidanze superiore alla media nazionale. Questo risultato non appartiene a me: appartiene alle storie, alle lacrime, ai sorrisi e alla determinazione di chi ha creduto in noi. Sento di dover questa spiegazione a tutte le persone che, temendo una mia possibile uscita definitiva dalla professione, si sono sentite spaesate o abbandonate. Non vi ho mai abbandonati, né lo farò ora. La mia attività professionale continuerà, con lo stesso impegno e la stessa passione, presso altre strutture di prestigio che hanno scelto di credere nel mio modo di essere medico. E, soprattutto, un abbraccio grande e sincero alle mie pazienti, alle mie amiche, alle mie compagne di viaggio. Siete state – e continuate ad essere – la forza, il coraggio e il senso più profondo del mio lavoro”.



