
Gli incendi che uccidono, Marfella spara a zero su cause e conseguenze dei disastri ambientali nella Terra dei fuochi
1 Luglio 2025Antonio Marfella, medico dall’Istituto dei tumori, Fondazione “G. Pascale” di Napoli, ha speso una vita, e ancora lotta, per difendere il territorio campano dalle svariate forme di inquinamento ambientale.
In particolare per fare emergere i disastri ambientali che si sono consumati e che si consumano nei territori posti a cavallo tra le province di Napoli e Caserta, cosiddetta, “Terra dei fuochi”.
Non sono finiti mai del tutto ma adesso stanno ritornando alla grande gli incendi dei rifiuti. E, purtroppo, non solo…
Oggi 1 luglio 2025 prendiamo atto di avere vissuto anche ieri l’altro una domenica di gravissima intensificazione di roghi e incendi, che in grandissima maggioranza non comprendono solo sterpaglie secche e sottobosco demaniale abbandonato ma anche, e soprattutto, rifiuti speciali e non urbani anche nei depositi di attività produttive e manifatturiere. Vedi Mercato ortofrutticolo del Centro direzionale di Napoli, e le zone verdi demaniali utilizzate sempre e ancora come discariche non a norma. Vedi roghi devastanti nella pineta del litorale Domizio. Nei miei pressoché quotidiani contatti con il Commissario unico Vadalà, che dobbiamo assolutamente supportare tutti, ho dovuto raccogliere anche la sua preoccupazione, che quindi aggrava la mia.
Eppure, l’Istat ha pubblicato dati allarmanti sull’incidenza dei tumori nella Terra dei fuochi.
Il dato ISTAT è del maggio 2024 e riguarda la mortalità, evitabile e non evitata, che vede Napoli registrare l’ennesimo record nazionale negativo: oltre un terzo delle morti evitabili la rende la città più inquinata persino della inquinatissima Milano.
In data 28 maggio 2025 invece, nel massimo silenzio, è stato aggiornato il Registro Tumori Regione Campania al 2021 con proiezioni al 2025 sulla base degli obblighi della sentenza CED dello scorso 30 gennaio 2024. È gravissimo, a tal proposito, che ancora non siano prodotti i dati suddivisi per singolo distretto sanitario, specie per la ASL NA1, ma anche e soprattutto che, nella patogenesi dei casi di cancro, sia per incidenza che per mortalità, non siano minimamente considerate come importanti fattori patogenetici le gravissime contaminazioni delle matrici umane a causa della persistente ed ultradecennale azione di inquinanti particolarmente tossici. Non solo l’amianto ma anche le diossine, i policlorobifenili, ed oggi anche i terribili PFAS E PFOAS che, ritenuti inquinanti tossici “eterni”. Inquinanti che vedono addirittura le prime importanti condanne da disastro ambientale nel Veneto, mentre da noi in Campania non disponiamo ancora di un solo dato istituzionale relativo a questi inquinanti dell’ambiente. E ciononostante nella nostra regione si siano sventrati centinaia di migliaia di frigoriferi da oltre 30 anni, avendo in attività ancora importanti concerie che hanno inquinato il Sarno da almeno 50 anni, e nonostante la Regione Campania, con lo scopo di realizzare un monitoraggio ambientale, abbia speso molte decine di milioni di euro!
E infatti sono passati decenni e finalmente un rappresentante delle istituzioni ha sottoscritto un report che lascia basiti: non è stato fatto quasi nulla sul fronte bonifiche dei territori interessati da fenomeni gravi di degrado e inquinamento.
Conosciamo e stimiamo da anni il Generale Vadalà che oggi ricopre questo ennesimo e difficilissimo incarico avendo collaborato con i Carabinieri della Forestale da molti decenni innanzitutto con il Generale Sergio Costa, ora vice Presidente della Camera ma a mio parere anche unico valido Candidato alla Presidenza della Regione Campania quale successore di Vincenzo De Luca.
De Luca ha fatto un ottimo lavoro a tutela della salute delle pummarole San Marzano ma purtroppo non certo a tutela della salute di nessun cittadino campano: troppo negazionista su Terra dei Fuochi. Sono particolarmente orgoglioso che al Convegno ISDE Medici Ambiente Napoli su terra dei fuochi tenutosi al Gambrinus in data 17 marzo 2025, subito dopo la nomina del Commissario Vadalà, erano presenti ben tre Generali dei Carabinieri Forestali (Costa, Lungo e Vadalà) al punto che con orgoglio da allora lo ricordo come il “Convegno dei Tre Generali”. Purtroppo i Carabinieri, I Magistrati, i Medici ISDE, oggi arrivati a 125 colleghi in Campania, da soli possono molto poco. Serve una autentica mobilitazione generale come riuscimmo a fare nel Novembre del 2013° favore di una Industria Etica e contro l’evasione fiscale delle attività manifatturiere che realizza in Campania il 47 % di tutte le attività- E questa evasione, uccide!
Quali sono i tumori particolarmente legati all’inquinamento dell’ambiente. E qual è la situazione nella Terra dei fuochi.
I dati del registro tumori 2025 parlano chiaro. Abbiamo ancora un picco di tumori al polmone legati ad amianto a Napoli Ovest Bagnoli, Napoli est Porto, SIN Stabiese, oltre ad un eccezionale incremento di tumori al polmone nelle donne, oltre alla mammella, legato anche ad un eccezionale incremento del fumo tra le giovani donne in relazione alla diffusione del fumo per svapatori. E di fronte a tutto ciò la Campania anziché combattere la coltivazione del tabacco da fumo e da svapo, si vanta pure orgogliosa di avere “regalato” ben 3200 ettari del migliore terreno agricolo campano alla Philip Morris per coltivare il migliore tabacco d’Italia.
Si tratta di sostanze, derivanti dal tabacco, che provocano i tumori più devastanti, più numerosi e più costosi in termini di costi sociali e sanitari. A questi vanno aggiunti gli eccessi di cancro alla vescica, da tricloro e tetracloroetilene, che originano da sversamenti clandestini operati dai produttori a nero di scarpe borse e vestiti. Ci sono poi in eccesso Linfomi non Hodgkin e i tumori tiroidei da policlorobifenili e diossine. Senza dimenticare le incidenze abnormi per tumori pressoché incurabili quali il colangiocarcinoma delle vie biliari, causato sempre da eccesso di tossici ambientali tipo pcb. Abbiamo verificato infine un’autentica esplosione di cancro al pancreas, ma non sappiamo ancora né il perché né se esiste una geolocalizzazione di questo cancro terribile per cause ambientali.
Come ci si difende da questa tragedia quando perfino nei ranghi istituzionali c’è chi minimizza o ‘copre’ con silenzi le situazioni legate allo smaltimento illecito dell’immondizia e dei rifiuti speciali?
Lo Stato deve fare lo Stato e ancora non lo fa innanzitutto non consentendo che la Regione Campania resti l’unica Regione d’Italia del tutto priva di impianti finali specie per i rifiuti speciali, come l’amianto ed i rifiuti ospedalieri. Ancora, tutti insieme e su questo condividiamo l’impegno anche di De Luca dobbiamo imporre al Governo il recupero di un congruo finanziamento del SSN campano dal momento che siamo i più giovani di Italia ma purtroppo, e per colpe evidenti non dei cittadini ma della Stato, siamo anche i più malati di Italia!
A proposito, che fine hanno fatto i registri tumori in Campania.
Esistono, hanno Primari ben pagati, ma non funzionano tutti allo stesso modo e producono dati non solo in ritardo ma soprattutto in maniera non omogenea e quindi non leggibile da tutti e non utilizzabili epr definire immediatamente le zone “a macchia di leopardo” dove Terra dei Fuochi uccide di più. Da tecnico e cittadino mi complimento con la ASL NA2 (responsabile Dottor D’orsi) che a seguito di una nostra personale e durissima battaglia fornisce da tempo dati ottimi, ben leggibili comparabili e per distretto. Sono avvilito e addolorato come napoletano che il Registro che funziona peggio, rendendo impossibile sapere quanto e come ci si ammala a Posillipo rispetto a Napoli est e Bagnoli, sia invece il Registro proprio di Napoli centro ASL 1.
Chi conta lutti in famiglia a causa dei tumori generati prevalentemente da fattori ambientali dovrebbe avere almeno la certezza di un ristoro economico. Ed, invece, questo accade raramente.
Esiste un’associazione che può dare una mano su questo fronte?
Con la sentenza CEDU abbiamo registrato di avere ottimi avvocati, e noi Medici Isde siamo pronti a supportare tali a mio parere indispensabili iniziative specifiche di risarcimento che vedono, proprio nella assenza di validi dati di monitoraggio ambientale e di registro tumori suddivisi per distretto, la principale carenza per il successo in un giudizio a fini di risarcimento. E, pensando male “andreottianamente”, comprendiamo quindi il perché’ questi dati non vengono prodotti come, non solo Dio ma come anche la CEDU, oggi comanda.